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Agsm, il futuro di Croce appeso a un filo

Il presidente di Agsm, Michele Croce. Un momento delicato per lui dopo la «sfiducia» del cda
Il presidente di Agsm, Michele Croce. Un momento delicato per lui dopo la «sfiducia» del cda
Il presidente di Agsm, Michele Croce. Un momento delicato per lui dopo la «sfiducia» del cda
Il presidente di Agsm, Michele Croce. Un momento delicato per lui dopo la «sfiducia» del cda

Croce-Robespierre verso la «ghigliottina»? Dopo l’accelerazione di sabato, con l’atto di sfiducia dei consiglieri del cda di Agsm nei confronti del presidente della multiutility di lungadige Galtarossa, il destino politico di Michele Croce, leader di Verona Pulita, formazione che sostiene la maggioranza di Palazzo Barbieri, pare segnato. D’altra parte sarebbe impensabile che la «ribellione» dei tre membri di maggioranza del cda, insieme a Stefania Sartori, rappresentante della minoranza, non fosse avallata dal sindaco Federico Sboarina. E dopo settimane di riflessione e di esame di documenti, si va alla resa dei conti. «È urgente un definitivo chiarimento». A dirlo, facendo capire che una decisione sarà presto presa, è il sindaco Federico Sboarina al termine della riunione svoltasi ieri mattina nel suo ufficio in municipio. Presenti i quattro consiglieri del cda di Agsm: il vicepresidente Mirco Caliari (Verona Domani), Francesca Vanzo (Lega), Maurizio Giletto (Battiti) e Stefania Sartori (Pd). All’incontro hanno partecipato anche Matteo Gasparato, presidente del Consorzio Zai, e Paolo Rossi, entrambi di Verona Domani, e Matteo Zavarise, vicecommissario provinciale della Lega e assessore «in pectore». «Ciò che è stato rilevato nella seduta di sabato dai consiglieri», afferma Sboarina, «è particolarmente grave, unitamente a quanto mi è stato segnalato dal collegio sindacale». Parole, quindi, che, a meno di ripensamenti, sembrano preludere alla «decapitazione» del «giacobino» Croce (il fondatore di Verona Pulita subì la stessa sorte da presidente dell’Agec durante l’amministrazione Tosi). «Viste le importanti partite strategiche, e nell’interesse aziendale del gruppo Agsm, è urgente un definitivo chiarimento», si limita intanto a dichiarare, in una nota, il sindaco al termine dell’incontro in municipio. E fa sapere che sentirà «anche il presidente Croce per avere spiegazioni sulla sua posizione». Ma, sia pure con un linguaggio velato, restano pochi dubbi sull’esito della vicenda: «Il rapido percorso decisionale è già avviato, partito adesso sulla base di riscontri oggettivi di chi è deputato a gestire e controllare». E rivolgendosi alle opposizioni, definisce «chiacchiere e medaglie di carta senza alcun valore sostanziale» le polemiche scoppiate dopo la bocciatura di Croce. Ma il fuoco delle polemiche è ben lungi dallo spegnersi. «Sboarina abbia uno sprazzo di lucidità e revochi l’incarico a Croce», incalzano i consiglieri comunali del Pd Federico Benini, Elisa La Paglia e Stefano Vallani, che tornano all’attacco del presidente della multiutility scaligera. «Se Croce avesse un minimo di dignità politica», affermano, «prenderebbe atto del fallimento del suo operato, che ovunque abbia governato ha portato solo impasse amministrativa, come era accaduto anche in Agec, e rassegnerebbe le dimissioni... In caso contrario, ci pensi il sindaco». Nel mirino dei consiglieri di Agsm ci sarebbero, in particolare, la consulenza dell’avvocato Tirapelle, giudicata «perlomeno inopportuna», le spese sostenute per le celebrazioni del 120° anniversario dell’azienda, questioni sulle quali non ci sarebbe stata sufficiente chiarezza, e la gestione giudicata «troppo personalistica» del presidente. «Di potere “eccessivo, autoreferenziale ed isolato”», affermano Benini, La Paglia e Vallani, «il Pd parlava già nell’agosto 2018 dopo aver preso le misure di un anno di gestione Croce, un anno concluso con l’affossamento del bando per il nuovo direttore generale del gruppo Agsm, la promozione della facente funzioni, l’abbandono di Amia al proprio destino e la riconferma di tutta la pletora di consigli di amministrazione di secondo, terzo e quarto livello del gruppo». A Croce gli esponenti dem chiedono di non fare «la vittima usando l’azienda per un’eterna campagna elettorale poiché contro di lui», affermano, «depongono i mancati risultati su aggregazioni, razionalizzazione, riduzione dei costi». Quanto al processo di aggregazione con la vicentina Aim, tagliano corto, «dopo un anno e mezzo siamo ancora alle letterine d’intenti». Da parte sua, Croce, aveva stigmatizzato la sfiducia in cda come «fatto gravissimo, che va contro gli interessi strategici della città e soprattutto contraddice quanto fatto dallo stesso cda per rendere Agsm più snella, più efficiente, in grado di crescere e di generare reddito». Quanto a spese e consulenze, aveva assicurato: «Le sponsorizzazioni sono calate del 76% in due anni, le spese per consulenze legali del 29 e i costi di gestione della holding albanese dimezzati, con tagli di 4,9 milioni in un anno. E le strategie», aveva tenuto a precisare, «sono state condivise con l’Amministrazione». •

Enrico Santi

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