<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

«Adrian», il mondo nuovo sale sull’arca della bellezza

Natalino Balasso e Adriano Celentano: l’entrata sul palco del Molleggiato è stata preceduta da un effetto di tuoni e fulminiLa breve apparizione di Adriano Celentano, sul palco assieme a Natalino BalassoAdrian e Gilda in un frame del film animato
Natalino Balasso e Adriano Celentano: l’entrata sul palco del Molleggiato è stata preceduta da un effetto di tuoni e fulminiLa breve apparizione di Adriano Celentano, sul palco assieme a Natalino BalassoAdrian e Gilda in un frame del film animato
Natalino Balasso e Adriano Celentano: l’entrata sul palco del Molleggiato è stata preceduta da un effetto di tuoni e fulminiLa breve apparizione di Adriano Celentano, sul palco assieme a Natalino BalassoAdrian e Gilda in un frame del film animato
Natalino Balasso e Adriano Celentano: l’entrata sul palco del Molleggiato è stata preceduta da un effetto di tuoni e fulminiLa breve apparizione di Adriano Celentano, sul palco assieme a Natalino BalassoAdrian e Gilda in un frame del film animato

Sconcertante come il mistero che l’aveva preceduto, in fin dei conti strumento di quel marketing globale che forse al suo alter ego Adrian non piacerebbe, Adriano ha fatto il Celentano: l’anticonformismo al limite della provocazione: mezz’ora di show, tre minuti di lui sul palco, uniche star Frassica e Balasso, 50 minuti di film animato, la prima delle nove puntate in programma. Luci, signore e signori lo spettacolo è finito e la diretta su Canale 5 anche, la gente sciama fuori dal teatro Camploy mezzo interdetta. Prendere o lasciare. Cosa abbiamo visto? Forse bisognava far capire in questo modo così netto che al centro della scena non c’è più il cantante, lo showman, l’attore. Non c’è più Adriano Celentano, il Molleggiato. L’ultima metamorfosi è la trasfigurazione in questo ragazzo della via Gluck senza età e senza tempo, come un supereroe. E infatti è un fumetto: Adrian. D’autore – bellissimi i disegni di Milo Manara – e non poteva essere diversamente, calato in un’avventura a cartoni animati, scritta con la collaborazione di Vincenzo Cerami per la sceneggiatura e di Nicola Piovani per la musica. L’epifania di Adrian avviene in un mondo apocalittico e temporalesco, e lui riassume una vita di Adriano, rinnova le sue canzoni, ne aggiunge di nuove (il cd con 23 brani e 90 minitavole di Manara è in uscita venerdì), riprende il filo di una battaglia civile di diritti, giustizia, Amore con la A maiuscola. L’ultimo Celentano, il guru, il predicatore, lo svalvolato dei 24mila baci diventato il grande saggio e ascoltato come il vero oracolo dell’età dell’audience, ora ha le sembianze di Adrian. E così è arrivato al teatro Camploy, preceduto da un’attesa quasi messianica, annunciato da trailer illuminati dalla silhouette inconfondibile. Nel backstage del teatro, prima dello spettacolo, si muoveva il mondo variegato delle comparse reclutate nei giorni scorsi, come un circo selezionato per numeri diversi: i giovani, gli anziani, gli strani, i talenti. Che ruolo avessero al Camploy, è rimasto segreto fino a pochi attimi prima dello show, mentre in teatro prendeva forma la scenografia: l’arca di Noè del mondo nuovo attraccata a un pontile, un confessionale, un edificio con l’insegna , un tavolo dove quattro comparse giocano a carte, un altro tavolo in mezzo al palco con un mappamondo, per riannodare il discorso con Rock Economy. Lo show inizia con ballerini di rock’n’roll, il pubblico invoca Adriano. E invece esce Nino Frassica vestito da frate con una serie di medaglie appuntate sul petto come un generale, con Francesco Scali altro bizzarro religioso. Devono selezionare le comparse, che in fila attendono di sapere se possono salire sull’arca, dove è ammesso solo chi vuole costruire un modo migliore, fondato sulla bellezza. Il primo a passare il vaglio dei due esaminatori è un tale Tarcisio, uomo buono, davanti al quale si spalanca un portone illuminato. Però arriva anche uno con una valigetta piena di mazzette, ed è accolto trionfalmente. Non è ancora giunta l’ora della giustizia. E Adriano? Entra Natalino Balasso vestito da clochard: «Avete pagato per non vedere Celentano? Bravi!». Poi tuoni e lampi. Balasso: «Non arriva ma quando arriva... rompe i coioni!!». Ed ecco Celentano in pantaloni larghi e pile. Ovazione. Lui dice: «C’è qualcosa da cambiare, qui», alludendo alla parolaccia di Balasso. O a qualcos’altro? C’è chi coglie un riferimento ai politici. Beve un bicchiere d’acqua e se ne va. Inizia «Adrian», il film a cartoni. Le svastiche e le bombe della guerra, le Torri gemelle in fiamme, il mondo inquinato, la tecnologia: un’accelerazione che porta all’anno 2068 dove la via Gluck è inglobata in uno scenario da Blade Runner, grattacieli e megaschermi, strade sopraelevate come nella Metropolis simbolo dell’alienazione. Si vede anche Napoli, soffocata di grattacieli. Il più imponente è la sede di un’organizzazione: Mafia International. •

Bonifacio Pignatti

Suggerimenti