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Adele, la notte con la diva «della porta accanto»

La popstar inglese scende tra il pubblico durante il concerto in Arena FOTO DA TWITTER
La popstar inglese scende tra il pubblico durante il concerto in Arena FOTO DA TWITTER
La popstar inglese scende tra il pubblico durante il concerto in Arena FOTO DA TWITTER
La popstar inglese scende tra il pubblico durante il concerto in Arena FOTO DA TWITTER

Una diva che parla come la vostra vicina di casa. Se abitaste a Londra. La più pagata cantante di Gran Bretagna, ieri sera in Arena per il concerto-evento dell’estate pop a Verona - ammette davanti a 15mila persone: «Non posso più bere vino perché cerco di essere una professionista. Se non fossi in tour mi sbronzerei con voi, di sicuro...». E poi «Sono emozionata e ho voluto entrare all’anfiteatro dalla platea (sulle note di Hello) perché di solito ho un altro palco ma in Arena non l’ho potuto montare... Ops, mi è entrato un moscerino nell’occhio. Oh, forse parlo troppo; se volete, sto zitta. Voi siete fantastici; siete più belli di quello che pensavo, quando facevo le prove e c’era l’Arena vuota».

Adele sta su un palco sistemato sulla buca dell’orchestra, sola, 50 metri davanti ai musicisti. Puro incanto, la sua voce. Quando dice «Noooo» e scuote il dito o quando getta indietro la testa, sa di avere in pugno la platea. «Se piove, non ho la copertura e mi bagno pure io. Ma tanto è lo stesso: faccio canzoni da lacrime; non ho happy songs. Ma ne ho un paio con un certo ritmo. Ve le canto di fila, così dopo possiamo piangere».

Esegue Rumor has it, in totale connessione con il pubblico, muove dita e braccia come una diva anni ’60 - pensate a Mina che duetta con Battisti, con il pubblico nella parte di Lucio. «Amo l’Italia, la pasta e la pizza», confessa. «E poi amo Al Pacino, un italiano, il mio uomo preferito. Dopo il mio compagno e mio figlio, ovvio». Individua due ragazze che ballano scatenate e le fa salire sul palco. Sono Lucy e Adriana, 16 e 19 anni di Bari. «Facciamo un selfie?», propone. Non hanno il telefonino, se ne fanno lanciare uno dalla platea ma non sanno usarlo. «Ah, beh, quella marca non so come funziona», sorride Adele. Sono siparietti che ammazzerebbero qualsiasi altro concerto. Ma alla diva basta una strofa di Water under the bridge per recuperare. Sa che deve alleggerire il peso emotivo di canzoni come I miss you, per evitare l’effetto “desperate housewife“. Chiede ai fan: «Da dove venite?», e scopre gente da Israele, Polonia, Brasile, Finlandia, Stati Uniti... Da Verona pochissimi. «Pensavo non ci fosse nessuno di veronese. Una volta ho cantato a Berlino e non c’era un tedesco in platea». Poi si siede su uno sgabello per un mini-set acustico e domanda: «'Sto vestito è troppo stretto per il mio sedere?». Filma il pubblico che canta Happy birthday a una sua amica e parla della sua paura da palco: «Ma adesso mi diverto». Pure troppo. Ma con le canzoni e la voce che si ritrova può fare quel che vuole.

Giulio Brusati

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