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Addio Serpelloni, costruttore per bene

Fortunato Serpelloni
Fortunato Serpelloni
Fortunato Serpelloni
Fortunato Serpelloni

Maria Vittoria Adami Il modo di fare d’altri tempi, da gentiluomo; pacato, mai un tono di voce oltre misura; mai una parola in più, al limite una in meno, per quella riservatezza ereditata in famiglia. Verona perde un «galantuomo», Fortunato Serpelloni, 64 anni, presidente dell’Associazione nazionale costruttori edili di Verona, morto ieri mattina, nella sua abitazione di Villafranca dove, come ultimo monito, ha raccomandato ai figli Mattia e Marco, 37 e 28 anni, di volersi sempre bene, da fratelli, proprio come gli aveva insegnato il padre Antonio, con il quale aveva lavorato, subito dopo la laurea in ingegneria civile a Padova, nell’impresa di costruzioni di famiglia. La fratellanza era un suo valore, come il rispetto della parola data e la semplicità che aveva custodito rimanendo sempre nella sua città, nonostante i ruoli ricoperti nella sua professione. Nella sua città dove era cresciuto tra la gioventù legata all’associazionismo sorto all’ombra del duomo e tra i tavoli del bar Centrale allora in piazza Giovanni XXIII. Per un anno Serpelloni ha lottato contro la malattia, senza cederle il passo, continuando a lavorare come costruttore con il cugino Gianfranco e per passare il testimone al figlio Mattia, che ad agosto gli aveva dato la sua prima nipotina, Carlotta. Neppure quindici giorni fa con il vicepresidente di Ance, Attilio Lonardi, aveva analizzato le istanze dei soci: «Si parlava di lavoro», commenta oggi Lonardi, che pur sapendo della malattia di Serpelloni, è rimasto attonito alla notizia: «Ci lascia senza parole. Sapevamo che non stava bene, ma anche che combatteva. Era un eccellente imprenditore, un ottimo presidente, un amico e galantuomo». Per Ance Serpelloni è stato una figura cardine, amata e rispettata e foriera di una svolta nell’associazione colta con favore. «Una grande, grande persona», aggiunge il presidente della Cassa edile nazionale Carlo Cristini, veronese. «Tutti lo ricordano come imprenditore, professionista e presidente. Io ricordo una persona squisita di un’umanità rara. Per lui la parola era tutto e la sua era una garanzia. Un uomo d’altri tempi». «Una figura tutta d’un pezzo dal punto di vista morale e professionale», ricorda Gian Arnaldo Caleffi, già assessore all’edilizia privata di Verona. «La città perde un grande operatore economico». Mattia e Marco, invece, perdono «un grande padre», come ricorda chi è stato vicino al «Nino» per una vita: «Esempio per i figli, di valore e spessore, apprezzato per la parola data, la serietà e semplicità». Serpelloni lascia la moglie Lucia Scandola e la sorella Loredana, e un’impresa edile che a Villafranca è l’unica giunta alla terza generazione. Fondata nel 1950 dai fratelli Antonio e Piero. Allargata, per iniziativa di Fortunato, con la Pretecno prefabbricati, chiusa pochi anni fa. La Serpelloni si è trasferita di recente nella nuova sede in Zai a Villafranca. L’impresa ha firmato centri sportivi, direzionali e residenziali, tra cui, a Verona, il Forum di via Francia con il Crowne plaza e gli edifici 23 e 24 dei magazzini generali di Fondazione Cariverona. •

Maria Vittoria Adami

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