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Incubo bombardamenti

A Forte Rudolf
si rivive la guerra
come nel 1944

Incubo bombardamenti
Equipaggiamenti Usa esposti al museo
Equipaggiamenti Usa esposti al museo
Il museo della guerra (video Zambaldo)

Sono stati pochi minuti quelli passati nella carlinga del bombardiere americano B17 e nelle viscere di un rifugio antiaereo sotto le strade di Verona, ma l’effetto è stato dirompente. Soprattutto se il pensiero dei visitatori al Museo della seconda guerra mondiale a Verona, allestito dall'associazione “Vivere la storia” al Forte Rudolf di via Lugagnano, è stato per chi queste emozioni le ha vissute sulla propria pelle e per chi ancora oggi è costretto, per le tante guerre del mondo, a cercare rifugio dai bombardamenti e dalla guerra.

 

«Museo dinamico», lo ha chiamato Alberto Tezza, presidente dei 25 soci di Vivere la storia che hanno nel forte la loro sede e da ieri anche il loro museo, il primo del genere nel Triveneto, ma è soprattutto “museo vivo”, «perché non resterà fra queste mura e non sarà sempre uguale: usciremo a incontrare scuole e gruppi interessati a un percorso didattico e culturale che vogliamo continuare a portare avanti», ha detto Tezza, prima del taglio del nastro affidato al vicepresidente del Consiglio regionale Massimo Giorgetti.

 

Partendo dalla ricostruzione con mobile e suppellettili originali di una casa veronese degli anni Quaranta, il percorso ha mostrato foto inedite di Verona prima e durante la guerra, documenti e cimeli storici, uniformi e due diorami in grandezza naturale ambientati l’uno in Africa e l’altro in Russia per ricordare le due grandi e sfortunate presenze italiane. Il museo è aperto anche quest’oggi, domenica 13 dalle 10 alle 18, a ingresso gratuito e con possibilità di lasciare un’offerta all’uscita. Altre date programmate sono sabato 10 novembre e il fine settimana dell’8 e 9 dicembre con orario 10-12 e 15-18. Essendo un gruppo di volontari, non può garantire aperture quotidiane, ma solo su prenotazioni per gruppi anche in date diverse. I contatti sono sul sito viverelastoria.it, e sulla pagina Facebook dell'associazione.

V.Z.

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