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«È una prova della vita,
l’hanno vinta insieme»

Il vescovo Giuseppe Zenti ieri sera allo Stadio ad accogliere i giovani della Gmg FOTO MARCHIORI
Il vescovo Giuseppe Zenti ieri sera allo Stadio ad accogliere i giovani della Gmg FOTO MARCHIORI
Il vescovo Giuseppe Zenti ieri sera allo Stadio ad accogliere i giovani della Gmg FOTO MARCHIORI
Il vescovo Giuseppe Zenti ieri sera allo Stadio ad accogliere i giovani della Gmg FOTO MARCHIORI

Lo sgomento per quello che stava accadendo nella città in cui avevano portato una ventata di giovanile allegria. Poi l’ansia, il terrore, il panico di cui sono stati testimoni. Infine il sollievo di ritrovarsi di nuovo tutti insieme e il ritorno a casa sugli stessi pullman con i quali erano partiti pieni di entusiasmo. Una ridda di emozioni in una manciata di ore.

A salutarli al cancello del grande parcheggio, a qualche decina di metri dal Bentegodi, trovano il vescovo Giuseppe Zenti. Sono le 20,40. Uno alla volta entrano i sette pullman di ritorno da Monaco. Poi il vescovo si mescola ai ragazzi e ai genitori venuti ad abbracciarli. Qualcuno stenta a trattenere le lacrime, ma il clima, nonostante tutto, è quasi di festa. C’è anche il tempo, e l’entusiasmo, di mettersi in cerchio e cantare una canzone.

«L’esperienza della paura, ma anche quella di saperla vincere e superare insieme», commenta il vescovo, «servirà loro, questi ragazzi e queste ragazze sono nell’età in cui si cominciano ad affrontare le vicissitudini della vita». Qualcuno avrebbe voluto continuare subito per Cracovia. «Ma la decisione di farli tornare», sorride, «è stata giusta. Tutti quanti, in quelle ore, siamo stati in apprensione per quello che poi si è rivelato il gesto di un folle... È giusto quindi fermarsi, fare una tappa per far decantare le tensioni per la tragica esperienza vissuta. Poi, chi se la sente», continua monsignor Zenti, «potrà ripartire e sicuramente dopo quello che hanno vissuto avranno una marcia in più, anche grazie all’approfondimento di catechesi di cui potranno usufruire nel camposcuola che la pastorale giovanile ha preparato per loro».

Qualche ora prima, il vescovo aveva ricevuto una telefonata direttamente da Nunzio Galantino, il segretario generale della Conferenza episcopale. Per comunicargli che Papa Francesco nella mattinata di sabato incontrerà i ragazzi «reduci» da Monaco, e che poi saranno in prima fila alla veglia di preghiera. «Non deve vincere la paura» ha detto il Papa.

«Sì», conferma Zenti, «vincere la paura, tuttavia, non significa essere spavaldi o voler sfidare i pericoli... Avere paura è naturale, ma non bisogna farsi sopraffare e la serenità con cui questi ragazzi sono tornati è una bella testimonianza in questo tempo che stiamo vivendo. Non vale la pena sentirsi sconfitti a 17 anni».

E se c’è una lezione da trarre da questo evento è che l’individualismo rende vulnerabili le persone. «Bisognerebbe fare una riflessione su questo sentimento di paura sempre più diffuso, è un fenomeno di questi tempi», riflette il vescovo. «Ricette semplici», conclude, «non ce ne sono, ma è molto significativo il fatto che la paura si può superare restando uniti».

Enrico Santi

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