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«È ora di dedicarsi
di più al nostro patrimonio»

La sfida culturale di Verona: conservare e valorizzare il patrimonio storico e artistico in una città viva e in continua trasformazione. Una sfida che acquisisce ancora maggior senso quest'anno, il quindicesimo dall'iscrizione di Verona nel patrimonio Unesco. Non sempre, però, è facile conciliare questi aspetti. Perché l'Arena, il Teatro Romano, il centro storico, la cinta muraria e tutti i monumenti a testimonianza di epoche e stili diversi sono, per loro natura, fonte di attrazione per migliaia di turisti ogni anno.

La Soprintendenza Archeologia del Veneto ha ben presente alcuni interventi per valorizzare il patrimonio di Verona, più o meno urgenti, delineati al convegno “Verona patrimonio Unesco”, promosso dalla presidenza del Consiglio comunale con l’Associazione Consiglieri Emeriti.

In primis, l’Arena. «Ogni estate si pone il problema dell'imponente apparato scenografico utilizzato nell'anfiteatro, sia per la lirica, sia per i concerti: almeno nelle altre stagioni gli arcovoli riservati alla Fondazione Arena potrebbero essere liberati, in modo da mediare tra gli interessi dello spettatore serale e del visitatore culturale», ha osservato l'architetto Maria Grazia Martelletto del Nucleo di Verona della Soprintendenza Archeologica del Veneto. «Si dovrebbe predisporre per il turista un percorso didattico simile a quello del Colosseo, accattivante e al passo con i tempi».

Un'altra criticità riguarda il Teatro Romano, dove nei prossimi mesi dovrebbe partire un cantiere pilota, in vista di un intervento di restauro e valorizzazione. «Se per l'Arena sono sempre stati fatti grandi investimenti in manutenzione, che hanno consentito di salvaguardare l'anfiteatro, la situazione è diversa per il Teatro Romano», prosegue l'architetto. «Il monumento è in pietra gallina, molto fragile, che in assenza di manutenzione ordinaria tende a polverizzarsi: ora, dopo anni, i nodi stanno arrivando al pettine». Nel 2014 la Soprintendenza e il Comune hanno sottoscritto un protocollo per valutare possibili interventi: Palazzo Barbieri ha ottenuto finanziamenti dalla Regione per dare avvio nel 2016 a un cantiere che consenta di individuare le migliori metodologie di intervento.

L'ultimo nodo affrontato dalla Martelletto riguarda la Villa Romana della Valdonega, in via Zoppi, del primo secolo dopo Cristo, scoperta nel 1957. «Urbanisticamente la struttura è infelice, inaccessibile ai disabili, priva di riscaldamento», spiega l'architetto. «Stiamo mettendo a punto un protocollo con il Comune per valutare la possibilità di investire forze scientifiche, tecniche ed economiche per il rilancio di questo sito».

Temi su cui Palazzo Barbieri ha già avviato una riflessione. «Il turismo è condivisione, risorsa fondamentale che ci consente di far conoscere la città anche all'estero e che ci porta a un continuo confronto con la Soprintendenza», ha detto Antonia Pavesi, consigliere incaricato alla Cultura. «I 14 milioni di stanziamento per l'Arena, tra Art Bonus e impegno del Comune, andranno anche a rendere più fruibile la visita dell'anfiteatro, trovando soluzioni per rendere meno invasivi gli spettacoli e i concerti».

Manuela Trevisani

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