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sicurezza a Diretta Verona

«La politica siamo
tutti noi: ciascuno
faccia la sua parte»

A Diretta Verona si parla di sicurezza
A Diretta Verona si parla di sicurezza
A Diretta Verona si parla di sicurezza
A Diretta Verona si parla di sicurezza

«Sicurezza, la sfida di Verona» è il tema di Diretta Verona questa sera alle 21.10 su TeleArena (canale 16 dt) e in streaming sul nostro sito.

Nei negozi in Italia c'è un furto ogno 5 minuti: il calo statistico del numero dei reati va di pari passo al calo della percezione della sicurezza, e il tema della legittima difesa sarà al centro del dibattito. Ospiti fra gli altri il dirigente della Polstrada Girolamo Lacquaniti e il comandante del Radiomobile di Verona, il tenente Martina Perazzolo, la giornalista Alessandra Vaccari e la responsabile marketing dell'istituto di vigilanza La Ronda Maria Brembilla.

Per interagire con la trasmissione mail direttaverona@larena.it e hashtag  #sicurezzaVerona.

 

Il dibattito

Tenente Perazzolo: «I dati confermano che sono in calo i reati in città. È vero che la sicurezza percepita è inferiore forse anche per quello che sta accadendo al mondo».

Laquaniti: «I numeri non tranquillizzano. In questo Paese gli omicidi erano dieci volte superiori, ma è cambiato il tessuto sociale. La gente ha paura non in base ai numeri dei reati ma in base a quanto si sente sola. Dobbiamo portarli a sentirsi meno soli e meno esposti. Il lavoro del portiere nei condomini serviva a questo, a dare più sicurezza».

Brembilla: «Questo è il nostro lavoro, la presenza serve a scoraggiare i malviventi. E abbiamo continue richieste di servizi sul territorio».

 

Armarsi per stare più tranquilli?

Lacquaniti: «Io ho sconsigliato a tutti i miei parenti di armarsi. Non dà maggiore sicurezza».

Vaccari: «C'è una violenza che è assolutamente gratuita nelle ultime tipologie di reati»

Meocci: «È vero che la maggioranza delle persone che fa questi reati odiosi e violenti sono stranieri?» Perazzolo: «Non tutti i delinquenti sono stranieri, ma dati alla mano sono di più gli stranieri quelli che prendiamo»

Kati Ferrigato, assessore di Sanguinetto aggredita un mese fa racconta la sua vicenda. E conclude: «Dopo una aggressione, niente nella tua vita è più come prima».

Lacquaniti: «Quello che sorprende anche noi è quando il malvivente usa una violenza che non serve ed è pericolosa per lo stesso criminale. Si tratta di non esperti del crimine, per disperazione o per l'assunzione di droghe o per incapacità di gestire lo stress. Quindi è un tipo di crimine che va contro lo stesso interesse di chi lo commette». E aggiunge: «Tra i suggerimenti che diamo è quello di non ostruire mai la via d'uscita al criminale perché come un animale si sente in gabbia e usa la violenza». Per Lacquaniti la sicurezza migliorerebbe se «tutti fossimo meno interessati a farci solo gli affari propri. Quanti sono disposti a segnalare alle forze dell'ordine se notano un comportamento inadeguato? La maggior parte dei nostri successi avvengono grazie alle segnalazioni dei cittadini. I nostri risultati sarebbero migliori se le segnalazioni fossero di più». E aggiunge: «Le statistiche chiariscono che dove ci sono più armi, ci sono più omicidi. Nei Paesi dove la diffusione delle armi è incontrollata ci sono più reati mortali».

Militarizzare la città? «La presenza massiccia delle forze dell'ordine aiuta, ma le strategie per risolvere i reati sono altri»

Presidente di Confidi Veneto, Nicola Baldo: «Il problema vero è la mancanza di certezza della pena. Non è accettabile che, come è successo poco tempo, un malvivente venga preso tre volte in un mese dopo un furto nello stesso negozio. Abbiamo supermercati che devono fare i budget dovendo dare per perso il 4 per cento in furti. Furti che non sono di cibo ma di alcolici in prevalenza».

 

Perazzolo: «Molti anziani truffati poi cadono in depressione e spesso non denunciano per vergogna. Noi suggeriamo di denunciare sempre, altrimenti non possiamo aiutare altri anziani potenziali vittime. Le truffe sono diminuite rispetto lo scorso anno anche grazie all'attività di prevenzione e informazione».

Alfredo Meocci: «Questo è  un paese che rischia di naufragare su due fattori: la demagogia e l'emergenza. Siamo in perenne campagna elettorale. Legittima difesa e porto d'armi? È come se lo Stato dicesse: "Io non riesco a difenderti, arrangiati"».

Lacquaniti: «La politica siamo noi. Io sono convinto che se ognuno fa la sua parte con impegno senza aspettarsi qualcosa dagli altri. Noi non amiamo molto le leggi quando ci toccano. Se una cosa è vietata non va fatta»

 

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