<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Truffa milionaria, in aula
ex assessore di Negrar

Il tribunale scaligero. Il processo vede imputato un ex vice sindaco
Il tribunale scaligero. Il processo vede imputato un ex vice sindaco
Il tribunale scaligero. Il processo vede imputato un ex vice sindaco
Il tribunale scaligero. Il processo vede imputato un ex vice sindaco

Nel 2014 si era candidato a sindaco di Negrar, dopo essere stato per anni assessore e consigliere. Poi d’improvviso aveva deciso di ritirarsi per “motivi personali”. Ora, a distanza di due anni, quei motivi personali sono emersi. Valentino Viviani, di professione promotore finanziario, è accusato di aer messo a segno truffe milionarie ai danni di vari clienti. Accuse ancora tutte da verificare: il processo è infatti in corso davanti al giudice Camilla Cognetti, che ieri ha visto sfilare in aula molti testi e parti offese, tra cui noti imprenditori veronesi.

Secondo le ricostruzioni del pubblico ministero Maria Beatrice Zanotti, Viviani, operando in qualità di agente senza rappresentanza broker per Fideuram, una private bank del Gruppo Intesa Sanpaolo (che ora risulta tra le parti offese), avrebbe utilizzato i fondi messi a sua disposizione dai clienti per una gestione “a basso rischio”, acquistando invece titoli a loro insaputa. Sempre secondo le accuse, Viviani (difeso dall’avvocato Gianluca Vassanelli) avrebbe prelevato cifre esorbitanti dai conti correnti dei clienti, che nella maggior parte dei casi erano amici e conoscenti, attraverso assegni circolari. Il modus operandi, per il pubblico ministero Zanotti, era sempre il medesimo: false firme sui contratti e sugli assegni. Tra il 2009 e il 2010, ad esempio, avrebbe prelevato 460mila euro e poi ulteriori 140mila dal conto corrente di un cliente: quando nel 2011 è emerso l’ammanco, Viviani avrebbe interamente restituito le somme. Ma non per tutti la vicenda si è risolta così bene, almeno stando a quanto raccontato ieri in aula da alcuni testi. Le cifre di cui si parla arrivano a raggiungere nel caso di una famiglia di imprenditori (tutelata dall’avvocato Mario Vittore De Marzi) i 961mila euro, più ulteriori 107mila e 194mila (e solo 560mila sarebbero stati restituiti). Un’altra cliente si sarebbe vista sfilare oltre 500mila euro, un’altra ancora 300mila. Quando gli ammanchi emergevano, secondo gli inquirenti, Viviani cercava di tamponare la situazione, utilizzando altre somme di cui aveva disponibilità. Finché nel 2014 non sono scattate le denunce, che hanno portato la Procura a iscrivere Viviani sul registro degli indagati con l’accusa di truffa. «Era un amico. Non avevamo mai sottoscritto un contratto, perché mi fidavo di lui», ha raccontato ieri in aula uno degli imprenditori che ha sporto denuncia. «Erano i risparmi di una vita, e ora non ci sono più», ha commentato un’altra. Le accuse, per il momento, non sono ancora state accertate: il compito spetterà al giudice Cognetti, che nel corso della prossima udienza sentirà altri testi per far luce sulla vicenda. Il processo è stato rinviato al 22 dicembre.

Manuela Trevisani

Suggerimenti