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Trasporto pubblico, sì alla gara Ora il rischio è lo «spezzatino»

Enrico Santi Il dado è tratto, la Provincia ha deliberato di mettere a gara entro il 31 dicembre, così come prevede la legge, il servizio di trasporto pubblico locale ora gestito da Atv. Il Consiglio provinciale ieri, con i voti favorevoli di Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Udc e Lista Tosi, e con i consiglieri del Pd che non hanno partecipato al voto, ha detto sì alla delibera che ha per oggetto gli «Indirizzi per l’affidamento dei servizi di trasporto pubblico locale di linea su gomma del bacino veronese». Nei Palazzi Scaligeri è quindi rimasto inascoltato l’appello lanciato alla vigilia del voto dal presidente dell’Atv, Massimo Bettarello, affinché si prolunghi l’affidamento diretto del servizio all’azienda pubblica veronese. Una richiesta, aveva spiegato Bettarello nella sua lettera al presidente della Provincia Antonio Pastorello e al sindaco di Verona Federico Sboarina, fatta alla luce del «gravoso impegno economico assunto contrattualmente nei confronti di Amt nel caso di affidamento della gestione della filovia urbana». Con la delibera, ieri è stato approvato anche un emendamento di Matteo Pressi, consigliere provinciale della Lega con delega ai trasporti, che prescrive di articolare l’offerta in un unico lotto, comprendente la rete urbana ed extraurbana. Si tratta, spiega lo stesso Pressi, di un «atto di indirizzo poiché crediamo che un unico gestore possa organizzare meglio il servizio». Tale indirizzo, tuttavia, è condizionato al parere di legittimità dell’Art, l’Autorità nazionale per la regolazione dei trasporti. Una recente norma prevede infatti di dividere in lotti piccoli il servizio allo scopo di aprire il più possibile il mercato. Da parte loro, i consiglieri del Pd hanno scelto di non partecipare al voto perché convinti che il parere all’Art si doveva chiedere preventivamente. «Da uno studio economico-finanziario», precisa Pressi, «è emerso che il bacino veronese andrebbe suddiviso in ben quattro lotti, uno per la città e tre in provincia, con il rischio di avere in futuro altrettante aziende a gestire il servizio. Ma sfruttando al massimo alcuni correttivi, i nostri tecnici hanno ridotto a due la suddivisione, tuttavia», aggiunge il consigliere, «abbiamo voluto esprimere un indirizzo politico, spingendoci oltre l’ostacolo». Gli stessi sindacati dei trasporti, in una nota, avevano giudicato «deleterio» lo “spezzatino“. Il bando includerà anche una clausola di tutela dei circa 800 dipendenti di Atv. A prescindere dal vincitore, il concessionario avrà l’obbligo di confermare tutti i posti di lavoro esistenti. In attesa del responso dell’Autority (nel caso risulti obbligatoria la suddivisione in due parti è prevista la possibilità che la stessa azienda se le aggiudichi entrambe), gli uffici provinciali dovranno predisporre il bando di gara entro la fine del mese. In caso contrario l’Atv rischia un taglio alle contribuzioni pubbliche per 6,3 milioni. Un pericolo che nei Palazzi scaligeri assicurano sia ormai scongiurato. «Il nodo del filobus che rendeva difficoltosa la stesura del bando poiché incideva pesantemente sulle linee urbane», spiega Pressi, «è stato sciolto dalla stessa Amt che ha indicato nel 2021 l’entrata in servizio del nuovo sistema». Sulla richiesta dei vertici di Atv, però, la Provincia non chiude del tutto la porta. «Bettarello», afferma Pressi, «fa riferimento a una norma che prevede la possibilità di una proroga, ma questa si riferisce ai trasporti ferroviari regionali». Ma per capire se sia applicabile anche al trasporto su gomma, si chiederà un parere all’Anac (Autorità anticorruzione), all’Art e all’Antitrust. «Se il riscontro sarà favorevole», conclude Pressi, «potremmo valutare tale ipotesi in base a progetti di efficientamento e miglioramento della rete». •

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