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Trasferito uno dei feriti di Borgo Trento

La carcassa dell’autobus ungherese è ancora sotto perizia
La carcassa dell’autobus ungherese è ancora sotto perizia
La carcassa dell’autobus ungherese è ancora sotto perizia
La carcassa dell’autobus ungherese è ancora sotto perizia

In Ungheria, gli autobus che trasportano studenti nelle gite non potranno più viaggiare tra le 23 e le quattro del mattino. Lo ha deciso il ministero delle Risorse umane, che ha anche lanciato una sorta di bando di idee cui tutti potevano proporre soluzioni dopo la tragedia avvenuta nella nostra provincia a gennaio e dove hanno perduto la vita 16 persone tra studenti, insegnanti e accompagnatori.

Nelle ultime ore s’era diffusa la voce, che tale è rimasta, che sull’autobus potessero esserci due serbatoi, di cui uno non autorizzato. Ma il titolare dell’azienda di trasporti ungherese, Pisonit, ha diramato una nota stampa smentendo la notizia del serbatoio abusivo e confermando che sull’autobus c’erano, come accade pressochè sempre due serbatoi, uno a destra e uno a sinistra e che quello di destra sia andato distrutto nell’impatto tra guard rail e bus. L’autobus, soggetto a revisione annuale, aveva superato senza problemi il test del 2016 ed è alimentato a gasolio. E il gasolio non esplode in caso di urto. Potrebbero essere stati dei gas, diffusi nell’abitacolo a far divampare il fuoco a una velocità accelerata grazie al materiale dei rivestimenti del mezzo.

Gli inquirenti italiani intanto restano in attesa che venga depositata la perizia del tecnico incaricato dalla procura.

Da Verona è stato trasferito in Ungheria uno dei due pazienti ricoverati all’ospedale di Borgo Trento, si tratta dell’accompagnatore che ha riportato ustioni nel sessanta per cento del corpo. L’uomo dovrà essere sottoposto ad altri interventi di trapianto di pelle.

Resta ricoverato in gravissime condizioni e senza reagire agli stimoli l’autista del bus.

I funerali delle vittime non sono ancora stati fissati. È probabile che vengano celebrati separatamente visto che comunque le vittime risiedevano in paesi diversi e diventerebbe complicato fare un unica cerimonia.

Ma nelle scuole di Budapest si sta cercando di tornare alla normalità. Su suggerimento degli psicologi è stato deciso di non permettere più di lasciare candele e medagliette davanti al liceo classico, sia per permettere ai sopravvissuti di guardare avanti che per evitare il triste fenomeno del turismo macabro che aveva iniziato ad esserci e creava disagio agli studenti.

Alessandra Vaccari

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