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Tommasoli, condannati Vesentini e Corsi

Le riprese delle telecamere di sorveglianza dopo la violenza
Le riprese delle telecamere di sorveglianza dopo la violenza
Le riprese delle telecamere di sorveglianza dopo la violenza
Le riprese delle telecamere di sorveglianza dopo la violenza

Sei anni e otto mesi. Omicidio Tommasoli, condannati anche Andrea Vesentini e Guglielmo Corsi. Il tempo trascorso dalla morte di Nicola, 9 anni e mezzo, e quello scandito dai processi. Che con sentenze diverse, almeno per un paio di imputati, hanno per quasi due lustri fornito letture discordanti di quel che accadde in Corticella Leoni la notte del 30 aprile 2008. La notte in cui Nicola Tommasoli cadde per non rialzarsi più, dopo essere stato colpito con uno schiaffone e un calcio mentre era a terra. Questa l’unica tremenda certezza, quella con cui i genitori di Nicola convivono da quel giorno. L’ingegner Luca e Mariassunta ieri non erano nell’aula bunker a Mestre, hanno sempre seguito ogni udienza ma la notizia l’hanno appresa dai loro legali. E con ferma gentilezza hanno declinato qualsiasi intervento: «Noi come al solito non commentiamo le sentenze, possiamo solo dire che la giustizia sta facendo il suo corso».

LA TERZA VOLTA. Per la terza volta Andrea Vesentini e Guglielmo Corsi, accusati di omicidio preterintenzionale in concorso con Raffaele Dalle Donne, Nicolò Veneri e Federico Perini, sono comparsi davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Venezia che ieri ha condannato entrambi alla stessa pena.

Una sentenza pronunciata nel tardo pomeriggio, dopo oltre cinque ore di camera di consiglio, che riconferma, seppur riducendo l’entità della condanna, il ruolo e la responsabilità per la morte del grafico di Santa Maria di Negrar. Novanta giorni per il deposito delle motivazioni e si prospetta un nuovo ricorso per Cassazione. E sarebbe il quarto davanti ai giudici di piazza Cavour.

Una tragedia originata da un incontro causale tra due gruppi di giovani, da una sigaretta negata e dalla reazione di Corsi a quel no. Lui se la prese con «codino», un amico di Nicola, e accanto a lui Vesentini aveva cercato in qualche modo, tirandolo per i capelli, di interrompere la lite. Alle loro spalle Veneri e Perini si confrontarono con Nicola, Dalle Donne con il terzo. Si fondava sulla cronologia delle aggressioni l’ultima pronuncia della Cassazione che aveva annullato, e rimandato alla Corte d’assise distrettuale, la sentenza con la quale i due, ormai uomini, erano stati condannati nel 2015 a 6 anni e 9 mesi Vesentini e 7 anni e 10 mesi Corsi. In tal senso la requisitoria del procuratore generale Bruno Bruni che chiedendo l’assoluzione per entrambi aveva sottolineato che la «mancanza di un previo accordo deve tenere conto della successione cronologica degli eventi: cioè del fatto che - come sembra emergere dalle sentenze di merito - il pugno di Corsi a Csontala precedette seppur di poco le aggressioni a Cazzarolli e Tommasoli». E ha escluso esistesse un «accordo implicito con i tre che avevano iniziato a ”dedicarsi” agli altri due». La Corte è stata di avviso opposto.

Fabiana Marcolini

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