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NUOVO CENTRODESTRA.

Popolari liberali nel Ncd in pista per le primarie

Giovanardi: «Dobbiamo riconquistare capoluogi veneti e lombardi» Dialogo aperto con Lega e Tosi. E oggi arriva il ministro Quagliariello
Il senatore Carlo Giovanardi dei Popolari liberali ieri all'hotel Leon d'Oro: alleanza con Alfano  MARCHIORI
Il senatore Carlo Giovanardi dei Popolari liberali ieri all'hotel Leon d'Oro: alleanza con Alfano MARCHIORI
Il senatore Carlo Giovanardi dei Popolari liberali ieri all'hotel Leon d'Oro: alleanza con Alfano  MARCHIORI
Il senatore Carlo Giovanardi dei Popolari liberali ieri all'hotel Leon d'Oro: alleanza con Alfano MARCHIORI

Primarie per scegliere il candidato presidente del Consiglio. «Dialogo aperto con Forza Italia e anche con la Lega e con la Fondazione di Tosi», con cui si profila più di una semplice intesa. Cambiare subito la legge elettorale, «ma qualsiasi legge è subordinata alla costituzione di un nuovo partito moderno, autenticamente democratico, in uno schieramento di centrodestra europeo, alternativo alla sinistra. Non come...sciolta civica, la fine di Scelta Civica».
I Popolari Liberali, già nel Pdl, aderiscono al Nuovo centrodestra di Angelino Alfano, ministro dell'Interno e vicepresidente del Consiglio, che ha consumato lo strappo con Berlusconi e la sua nuova Forza Italia. E il leader dei Popolari Liberali, il senatore modenese Carlo Giovanardi, prima Dc poi Ccd, Udc, Pdl, già ministro in governi Berlusconi, detta la linea. Lo fa all'hotel Leon d'Oro, al settimo convegno nazionale dei Popolari Liberali — 150 presenti; chiusura oggi con il ministro Gaetano Quagliariello, già in dialogo con Tosi — che scelgono di sostenere ancora il governo Letta, aderendo al Ncd di Alfano.
«La nostra è stata una scelta sofferta ma convinta e nella strada della coerenza», dice Giovanardi, «per costrire un centrodestra radicato, che costruisca dal basso la sua classe dirigente ed eviti quanto successo in Veneto, dove il centrosinistra ha conquistato cinque su sette capoluoghi, e anche in Lombardia. Erano le nostre roccaforti, da riconquistare».
Quindi? «Il Governo deve fare tre-quattro cose necessarie, a cominciare dalla legge elettorale, da misure economiche, per arrivare a votare nel 2015» aggiunge Giovanardi, che auspica un partito in cui si possa «rivendicare il diritto di pensare. Io sono un po' invidioso della strada intrapresa dal Pd, di partecipazione popolare, che coinvolge milioni di persone in un processo di decisione e di scelta del candidato, con le primarie». Il senatore — che al convegno ha presentato il suo ultimo libro “Balle. Le bugie che hanno raccontato agli italiani”, in cui smonta varie ricostruzioni e tesi preconcette su vicende giudiziarie e politiche — non esclude poi il dialogo, ancora, con Forza Italia. «Noi abbiamo preso, con Alfano, un'altra strada, ma ciò non toglie che il dialogo continui».
Il sindaco Flavio Tosi, ospite per un saluto — come il presidente della Provincia Giovanni Miozzi e l'assessore regionale Massimo Giorgetti, aderenti al Ncd — e poi richiamato sul palco da Giovanardi, ha ribadito la sua scelta «per fare le primarie del centrodestra, che evitano anzitutto che ci sia un uomo solo al comando. Lo schieramento è maggioritario a Verona, in Veneto, nel Paese, con valori comuni e deve puntare a riforme vere, non attuate dal 1994 a oggi. Poi a recuperare voti dagli astenuti e anche da chi ha scelto Grillo. Forse ciò che è successo nei giorni scorsi ha ricompattato il centrodestra». A fare gli onori di casa Agostino Rossini, dei Popolari liberali, che auspica un Ncd «partito aperto, democratico, meritocratico». In sala, fra gli altri, militanti come Maurizio Facincani e Giuseppe Brisighella.
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Enrico Giardini

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