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Omaggio a Gianni Bella e Mogol si commuove

LE DEDICHE. Celentano ricorda l'amico musicista con la sua canzone «Io non so parlar d'amore» e il paroliere in platea si emoziona
Altra canzone di spessore: «Io sono un uomo libero» di Ivano Fossati, quasi un manifesto esistenziale
Mogol in platea, tra i molti personaggi della musica presenti
Mogol in platea, tra i molti personaggi della musica presenti
Mogol in platea, tra i molti personaggi della musica presenti
Mogol in platea, tra i molti personaggi della musica presenti

«Io non so parlar d'amore, l'emozione non ha voce». Ma l'emozione è provocata dalla voce. Specie se è quella di Adriano. E RockEconomy, ieri sera, ha mostrato come la vocalità di Celentano sia davvero unica. Come ha detto Paolo Conte, che ha scritto Azzurro per il Molleggiato, «il pregio di Adriano è quello di essere capace di rendere immediatamente intelligibile un testo cantandolo, fosse anche l'elenco del telefono. Non è una questione di teatralità ma un modo umano, perfino banale, di interpretare una canzone. È completamente naturale, ma non si perde una sillaba, si capisce tutto». UN ESEMPIO di questo è L'emozione non ha voce, scritta da Gianni Bella (musica) e Mogol (testo), e dedicata al primo, mentre il secondo, presente in Arena ieri, ascoltava dalla platea con gli occhi lucidi. E mentre la canta, non si può non pensare a Bella, colpito da un ictus nel 2010 e autore anche di quel Rinascimento cantata da Gianni Morandi al Festival di Sanremo del 2011. L'emozione non ha voce è una canzone-cardine del Celentano recente, presente nell'album Io non so parlar d'amore che prende il titolo proprio dal verso iniziale del brano. L'ALTRA CANZONE scritta da un autore di peso, Ivano Fossati, è Io sono un uomo libero, del 2000, e ancora dà il titolo, nelle prima strofa, all'album di cui fa parte, Esco di rado e parlo ancora meno. E in versi come «La vita è un viaggio lento, ragazza mia, né destra né sinistra/ Lazzaro si sveglia tutti i giorni e Caino gli porge il sale, e non per la minestra/ e non per la minestra», c'è tutta l'idea di una vita alla Celentano che il cantautore de La mia banda suona il rock ha dipinto addosso ai vestiti morbidi del Molleggiato. Ed è proprio in quel «né destra né sinistra» che si colloca Adriano, mai allineato e da sempre fuori dagli schemi: e non solo quelli artistici. Un modo per ribadire l'unicità di una voce e di un personaggio che incarna sempre di più l'idea di un italiano sui generis. G.BR.

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