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Muore donna investita da un’auto

Il corpo della donna sbalzato nella scarpata vicino alla strada dopo l’investimento DIENNE FOTO
Il corpo della donna sbalzato nella scarpata vicino alla strada dopo l’investimento DIENNE FOTO
Il corpo della donna sbalzato nella scarpata vicino alla strada dopo l’investimento DIENNE FOTO
Il corpo della donna sbalzato nella scarpata vicino alla strada dopo l’investimento DIENNE FOTO

«Non si può morire così». E' lo sfogo tra l'incredulo e il disperato di Stefano Molinari nel buio di via Bertolda, il rettilineo che dal centro di Bosco di Zevio conduce verso Palù. Sono da poco passate le 18.30. Sua moglie Morena Castegini, 43 anni, è immobile, a terra, una decina di metri più avanti, adagiata sull'erba fredda e umida ai bordi della carreggiata, falciata da una Fiat Multipla condotta da un compaesano. Stefano e Morena, racconta il marito dando l'impressione di non essersi ancora capacitato della tragedia che si è abbattuta sulla sua famiglia, stavano rincasando in direzione Palù a piedi. Stefano davanti, Morena dietro di lui. Pare fossero andati a trovare i genitori di lui, che abitano poco lontano, nella frazione zeviana. «All'improvviso ho visto mia moglie volare lungo la scarpata del fosso. Fossi stato dietro io, la sorte di Morena sarebbe toccata a me e sarebbe stato meglio», si sfoga Stefano ad alcuni conoscenti, in un misto di lacrime e rabbia. Poco prima proprio quei suoi conoscenti, richiamati dai lampeggianti dei carabinieri e dalle sirene dell’ambulanza, s'interrogavano su chi fosse il malcapitato, sperando non fosse uno del posto, un residente, uno «dei nostri»; lì, nella piccola frazione, è come una grande famiglia e i «guai» degli altri si condividono come fossero i propri, se c’è bisogno di dare una mano nessuno si tira indietro. Da ieri sera, nelle frazioni di Bosco e di Palù è lutto collettivo. «Ho subito cercato di rianimare mia moglie, ma non c'è stato nulla da fare», scuote il capo Stefano, «volevamo tornare a casa presto, prima che facesse scuro, ma purtroppo c'è stato un contrattempo ed è calata la notte». Già, più d'uno dei presenti concorda che via Bertolda, appena fuori dal centro della frazione, non brilla quanto a luce dei lampioni ed è quindi pericolosa per i pedoni. A rianimare la sfortunata Morena ci ha provato anche il personale dell'auto medica e dell'ambulanza del 118 sopraggiunto in gran velocità, purtroppo senza alcun risultato. Ad un certo punto non hanno potuto far altro che constatare il decesso di Morena. Lavorava nell'azienda agricola di famiglia, ha lasciato un figlio di 12 anni, «che era tutta la sua vita», confessa un’amica, «i nostri ragazzi fanno karate insieme e lei era sempre disponibile per le trasferte, per portarli alle gare, per qualsiasi necessità della squadra. Morena era una persona speciale, buona, dal cuore grande, generosa e sempre sorridente. Abbiamo perso davvero una amica preziosa, mancherà a tutti, bisogna adesso aiutare Stefano e il “piccolo“, noi non li abbandoneremo». Ai rilievi dell'incidente hanno provveduto i carabinieri della stazione di Zevio. Sul mezzo investitore è scattato, per legge, il sequestro. Il corpo della donna è stato portato all'ospedale di Borgo Roma, a disposizione dell'autorità giudiziaria per i rilievi autoptici. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Piero Taddei

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