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Lega in campo per il No
«Così Renzi va a casa»

Esponenti della Lega Nord al Liston 12 al lancio del comitato per il «No» alle riforme FOTO MARCHIORI
Esponenti della Lega Nord al Liston 12 al lancio del comitato per il «No» alle riforme FOTO MARCHIORI
Esponenti della Lega Nord al Liston 12 al lancio del comitato per il «No» alle riforme FOTO MARCHIORI
Esponenti della Lega Nord al Liston 12 al lancio del comitato per il «No» alle riforme FOTO MARCHIORI

Due piccioni con una fava, con il referendum di metà fine novembre. Un «No» al progetto di riforma costituzionale «centralista, che toglie potere ai cittadini e lo concentra nelle mani di pochi e toglie autonomia alle Regioni». E contestualmente un «No» al governo, «per mandare a casa Renzi». La Lega Nord lancia la stangata Ferragosto e si prepara a un autunno caldo dando il via a un Comitato «Per il No alla riforma truffa di Renzi», aperto a tutti quanti, anche al di fuori della Lega e dei partiti, contestano la legge Boschi.

Al Liston 12, dirigenti, amministratori e militanti del Carroccio a livello veronese e regionale hanno presentato il comitato, che per la provincia scaligera sarà guidato da Francesca Toffali e a livello veneto ha come promotori Paolo Franco, vicesegretario nazionale della Liga Veneta. Il 9 settembre il comitato (referendum.no.renzi@gmail.com; www.facebook.com/ComitatoNoRenzi) proporrà un incontro pubblico con il senatore Roberto Calderoli, già ministro per le riforme, che illustrerà i motivi per cui una partito, come la Lega, è contrario alle riforme costituzionali proposte dal Governo di cui è presidente del Consiglio il segretario del Pd, Matteo Renzi.

«Ci sarà poi un incontro pubblico a Verona, alla Gran Guardia, il 23 settembre», ricorda la Toffali, «e comunque dal prossimo mese, in tutti i Comuni della provincia di Verona, promuoveremo numerose assemblee e convegni, aperti a tutti, proprio per illustrare le nostre ragioni, che intendiamo però condividere con il maggior numero possibile di persone, con un comitato inclusivo. Noi non riteniamo che la Carta costituzionale non sia modificabile, ma essa non va cambiata come sta facendo il governo Renzi».

Ma quali sono i motivi principali della ferma contrarietà della Lega alla riforma Renzi-Boschi? Il senatore e segretario cittadino del Carroccio, Paolo Tosato, sintetizza: «Vogliamo dire No a un governo che ci ha portato più immigrati, all’invasione di profughi, che fa svuotare le carceri, e che non fa le vere riforme e i provvedimenti che servirebbero, come togliere le tasse e tagliare le spese dello Stato».

Secondo Tosato, appunto, «questa riforma va nella direzione seguita con il taglio delle Province. Queste dovevano essere cancellate, ma non è stato così. Oggi si dice che si toglie il Senato, invece la macchina burocratica resterà in piedi, anche se i senatori verranno nominati fra i consiglieri regionali e fra i sindaci dei Comuni capoluogo, che non si sa come riusciranno a operare», denuncia Tosato. «E poi non è vero che il bicameralismo blocca la riforme, come dice Renzi. La verità è che certi provvedimenti non vanno avanti per l’incapacità del governo. No, dunque, a questa riforma, che toglie poteri e quindi soldi alle Regioni e concentra nelle mani di pochi, e non dei cittadini dal basso, i poteri centrali».

Presenti fra gli altri gli assessori regionali alla sanità Luca Coletto, alle infrastrutture e trasporti Elisa De Berti, il presidente del Consiglio comunale Luca Zanotto, e nel pubblico sindaci, assessori, consiglieri comunali e Paolo Danieli e Fabrizio Comencini del circolo L’Officina, in campo con il centrodestra, il segretario dei Giovani Padani Vito Comencini, il segretario provinciale del Carroccio, Paolo Paternoster assicura «la grande mobilitazione del partito della Lega per spiegare a tutti le ragioni del No al referendum». Dove, ricorda Franco, «non ci sarà il quorum. Quindi se voteranno in tre persone e due voteranno No, vincerà il No. Quindi chi vuole mandare a casa questo Governo non avrà scuse, se non andrà a votare questo referendum».E.G.

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