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«Il castello di Montorio sarà un gioiello unico»

PATRIMONIO. Presentata sul posto la terza fase del restauro, che inizierà lunedì 5 settembre
Di Dio: «Vogliamo restituirlo alla città inserendolo nei percorsi culturali e turistici». Dismesso dal 1920, recupero iniziato nel 2002

 L'interno della cinta muraria del castello di Montorio, che risale all'undicesimo secolo FOTOSERVIZIO DIENNE
L'interno della cinta muraria del castello di Montorio, che risale all'undicesimo secolo FOTOSERVIZIO DIENNE

 L'interno della cinta muraria del castello di Montorio, che risale all'undicesimo secolo FOTOSERVIZIO DIENNE
L'interno della cinta muraria del castello di Montorio, che risale all'undicesimo secolo FOTOSERVIZIO DIENNE

Il simbolo di Montorio, il suo castello, sarà presto restituito all'antico splendore. Hanno da poco preso il via i lavori per la ristrutturazione del complesso che porteranno, presumibilmente entro il prossimo mese di aprile, alla realizzazione di un importante spazio culturale.
«Il castello è unico nel suo genere», assicura l'assessore comunale all'edilizia pubblica, Vittorio Di Dio, «non esiste nel territorio veronese un altro luogo che porti con tale evidenza su di sé i segni delle diverse epoche storiche. Vogliamo restituirlo alla città, inserendolo nei circuiti turistici, culturali e didattici».
L'imponente struttura, che dall'alto della collina domina la Val Squaranto ed è visibile anche da grande distanza, risale all'undicesimo secolo ed è stato protagonista di molteplici vicissitudini, che hanno lasciato tracce tutte ancora oggi ben visibili. Forte difensivo nell'età scaligera, divenne poi punto strategico all'epoca del dominio asburgico, per diventare sede militare italiana ai primi del Novecento. Dal 1920 fu dismesso finché, nel 2002, si è dato il via a una prima parte dei lavori di recupero.
Nel 2005 poi, grazie a un nuovo fondo statale di circa un milione di euro, è stato possibile riprendere l'attività di restauro, che sta già dando i primi risultati. Il primo stralcio di lavori, avviato dalla precedente amministrazione e terminato nel settembre 2009, ha riguardato il restauro della polveriera di epoca austriaca, di un tratto della cinta muraria e di una delle tre torri, per una spesa di 500mila euro. La seconda fase operativa, che ha preso il via nel luglio di quest'anno, prevede una campagna di scavi archeologici all'interno dell'area e la realizzazione di percorsi attrezzati per rendere il sito fruibile al pubblico. La terza fase dei lavori inizierà il prossimo 5 settembre e riguarderà il restauro della cinta muraria e dei resti della casermetta austriaca.
«Alla fine dell'intervento», spiega l'architetto Valter Rossetto, direttore dei lavori, «avremo la completa sistemazione del muro di cinta e del cortile. La polveriera, già restaurata, potrà essere adibita a spazio museale».
La ricchezza del luogo risiede nella sua complessità, nell'aver attraversato diverse epoche storiche, di cui mantiene la testimonianza. Si possono infatti distinguere ancora oggi le postazioni dei cannoni che gli austriaci utilizzavano per difendere l'accesso alla città, le mura scaligere e le torri risalenti ad epoche ancora più antiche.
«Puntiamo a rendere il castello un luogo turistico e didattico, prevedendo percorsi per le scuole», conferma l'assessore Di Dio, «inoltre sarà lo scenario suggestivo di rappresentazioni teatrali, concerti ed eventi culturali di rilievo». Nella mente dell'assessore, pur se ancora in via di ideazione, ci sono anche nuovi progetti per valorizzare ancor di più l'area, come la creazione di una scala per salire all'interno della torre principale, da cui si potrà godere di una vista mozzafiato sulle due valli, e l'allargamento della strada di accesso, oggi stretta e sterrata in più punti.

Elisa Innocenti

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