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Elezioni, caos firme e ricorsi
I candidati scendono a sei

Alessio Morosin (Indipendenza Veneta) e Sebastiano Sartori (Forza Nuova)
Alessio Morosin (Indipendenza Veneta) e Sebastiano Sartori (Forza Nuova)
Alessio Morosin (Indipendenza Veneta) e Sebastiano Sartori (Forza Nuova)
Alessio Morosin (Indipendenza Veneta) e Sebastiano Sartori (Forza Nuova)

VERONA. Due casi infiammano la corsa alle elezioni regionali del 31 maggio. Si riducono da sette a sei i candidati presidente della Regione. Ricusata la candidatura di quello di Forza Nuova, Sebastiano Sartori, per presunte irregolarità nelle firme. Il movimento di destra, però, rinuncia a presentare ricorso e, quindi, a partecipare alla competizione elettorale. Inoltre, spunta il caso della lista «Indipendenza noi Veneto con Zaia», ricusata dalla commissione elettorale di Venezia — è passata invece nelle altre sei province — perché la dicitura nel simbolo richiamerebbe la lista «Indipendenza Veneta», che candida a presidente Alessio Morosin. Entrambi gli schieramenti hanno presentato ricorsi.
Forza Nuova Veneto in una nota afferma di avere appreso «con grande incredulità e rabbia» l'esclusione. «Dopo aver presentato in corte d'appello a Venezia la candidatura di Sebatiano Sartori a governatore e le cinque liste provinciali a Treviso, Padova, Venezia, Verona e Vicenza», dice il coordinatore regionale di Forza Nuova, Davide Visentin, «siamo stati informati che erano stati riscontrati dei problemi nella lista regionale. Siamo poi venuti a conoscenza delle motivazioni ufficiali per cui è stata ricusata la lista del candidato presidente e possiamo affermare senza dubbio che hanno dell'incredibile».
Visentin spiega che «sono state annullate oltre 800 firme per via di certificati mancanti, spesso di persone che avevano firmato ben conosciute agli stessi militanti, in quanto erano stati negati dagli uffici elettorali dei Comuni e per errori di scrittura al momento della raccolta firme, che non ci è stata in alcun modo agevolata, come a Venezia, Mestre e Feltre». Secondo Forza Nuova invece la raccolta firme «si è svolta con la massima regolarità possibile da parte nostra. Infatti abbiamo rinunciato a presentare le liste a Rovigo e Belluno per mancanza di sottoscrizioni. In questo modo si è tolta la legittimità in modo forzato a un movimento politico che in questi mesi ha raccolto il consenso reale di un numero di cittadini veneti che ci hanno sostenuto apponendo la propria firma. Rinunciamo quindi a fare ricorso contro questa vergognosa esclusione, in quanto non vediamo tra le nostre possibilità quella di partecipare a questo “gioco” elettorale così sporco già in partenza». Sul fronte indipendentista la lotta pure si fa dura. La commissione elettorale di Venezia ha ritenuto fuorviante il simbolo di «Indipendenza noi Veneto» la lista autonomista — che a Verona ha come capolista l'ex leghista Fabrizio Comencini — che secondo la commissione ha un simbolo troppo simile a quello di «Indipendenza Veneta», che sostiene Alessione Morosin per la presidenza. E che in lista nel Veronese ha fra gli altri Lucio Chiavegato, fondatore della Life, che partecipò alla protesta dei Forconi. «Indipendenza noi Veneto, certa che il proprio operato sia assolutamente corretto, intende proseguire tutte le vie, affinché non vi sia la necessità, per la sola provincia di Venezia, di dover modificare un sostantivo, Indipendenza, per poter vedere la propria lista giustamente al suo posto il 31 maggio 2015», dice una nota di Indipendenza noi Veneto. «Sarebbe assurdo dover cambiare il simbolo in una provincia, visto che nelle altre sei i giudici delle commissioni l'hanno accettato», spiega Comencini.
Ha presentato ricorso, però, anche Indipendenza Veneta. «È evidente che Indipendenza noi Veneto, per Zaia, si confonde con il nostro Indipendenza Veneta, per Morosin», dice Chiavegato, «e quindi noi sosteniamo la ricusazione del simbolo Indipendenza noi Veneto effettuata dal tribunale di Venezia e abbiamo presentato ricorso in tutte le altre province». Entro oggi si dovrebbe sapere l'esito di tutti i ricorsi.
I candidati presidenti restano dunque sei: Luca Zaia (Lega, Lista Zaia, Forza Italia, Fratelli d'Italia e Indipendenza noi Veneto); Alessandra Moretti (Pd, Lista Moretti, Veneto Civico, Ven(e)to Nuovo, Progetto Veneto); Flavio Tosi (Tosi per il Veneto, Veneto del Fare, Unione Nordest, Famiglia Pensionati, Area Popolare, Razza Piave); Jacopo Berti (Movimento 5 Stelle); Laura Di Lucia Coletti (L'altro Veneto), Alessio Morosin (Indipendenza Veneta).
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Enrico Giardini

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