<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Violenza familiare

Calci e pugni
alla moglie incinta
Uomo a processo

Violenza familiare
Gli esterni del tribunale
Gli esterni del tribunale
Gli esterni del tribunale
Gli esterni del tribunale

Veniva picchiata dal marito, anche quando era incinta.

L’imputazione con cui ieri O.U. è comparso davanti al giudice Carola Musio è  quella di maltrattamenti e lesioni aggravate, condite pure da minacce poi decadute nel corso delle varie udienze del processo iniziato ancora nel 2016. La storia che viene raccontata nel capo d’accusa è agghiacciante: «maltrattamenti alla coniuge sottoposta ad un regime di vita vessatorio», «lesioni volontarie , minacciandola sia psicologicamente con ingiurie e minacce sia fisicamente con pugni, calci e lancio di oggetti» in un crescendo che arriva a livelli orribili. Quando la donna, una quarantenne nigeriana, è al settimo mese di gravidanza O.U. la percuote ferendola a tal punto da rendere necessario il ricovero. Tornata a casa dall’ospedale, l’incubo ricomincia.

Il marito violento riprende da dove aveva lasciato, continuando a picchiarla in maniera sistematica per qualsiasi motivo, anche il più banale, urlandole che le avrebbe tolto gli altri loro figli, arrivando a ridurla di nuovo con gli occhi «pesti» calciandola al volto e all’addome: stavolta le lesioni hanno una prognosi di 30 giorni, il tempo necessario per guarire dalle frattura del naso. 

Il processo sarà a marzo.

Camilla Ferro

Suggerimenti