Desenzano. Dopo averlo servito con fedeltà per chissà quante battute di caccia in 13 anni di vita, è stato «tradito» nel modo più atroce dal suo padrone, che per sbarazzarsene non ha trovato di meglio che preparare una scena da film dell'orrore per il suo cane di razza Breton.
LO HA SEPPELLITO ancora vivo sotto un cumulo di mezzo metro di mattoni e ghiaia, nella campagna vicina alla casa di Sant'Angela Merici, al quartiere desenzanese delle Grezze.
Dopo quasi 48 ore, qualsiasi altro animale sarebbe morto. Ma il povero Jerry, incredibilmente, ne è uscito vivo.
Quasi una resurrezione. Viene immediato accarezzare il pensiero di una celeste intercessione della Santa desenzanese. Ma nei fatti Jerry deve la vita a due ragazzi che, a mezzogiorno del 1° novembre, stavano passeggiando nella zona.
SENTENDO DEI LAMENTI provenire dal cumulo di ghiaia, si sono impauriti e hanno chiamato la Polizia urbana. Il vice comandante Gianfranca Bravo ha mandato sul posto due agenti motociclisti che, localizzato il flebile guaito, hanno fatto l'agghiacciante scoperta: sotto le macerie giaceva il cane, con gli occhi coperti da una benda, ormai allo stremo.
Gli agenti hanno disseppellito Jerry, gli hanno dato da bere e fatto intervenire un veterinario dell'Asl, salvandolo.
«Dai primi accertamenti medici - ha spiegato il comandante della Polizia locale, Carlaberto Presicci -risulterebbero probabili lesioni all'addome e piaghe da decubito. Ma il cane non è in pericolo di vita».
La bestiola è stata ovviamente sottratta dalla proprietà del suo padrone, rintracciato grazie al tatuaggio di Jerry. È un uomo che vive con la moglie nel quartiere delle Grezze, che ha l'hobby della caccia e detiene altri due o tre cani.
Alla richiesta di spiegazioni, ha candidamente ammesso di averlo seppellito credendo fosse già morto. L'uomo è stato denunciato per maltrattamenti di animali, con l'aggravante della crudeltà.