<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

A San Bonifacio giornata di emergenza

Andrea Tenci, primario del Pronto Soccorso a San BonifacioLa sala di attesa al Pronto soccorso di  San Bonifacio FOTO AMATO
Andrea Tenci, primario del Pronto Soccorso a San BonifacioLa sala di attesa al Pronto soccorso di San Bonifacio FOTO AMATO
Andrea Tenci, primario del Pronto Soccorso a San BonifacioLa sala di attesa al Pronto soccorso di  San Bonifacio FOTO AMATO
Andrea Tenci, primario del Pronto Soccorso a San BonifacioLa sala di attesa al Pronto soccorso di San Bonifacio FOTO AMATO

È stata una giornata di passione per i sanitari e gli operatori del Pronto soccorso dell’ospedale Fracastoro di San Bonifacio. Circa 150 persone si sono rivolte al servizio d’emergenza ospedaliero. Un picco di richieste dovuto a traumi a seguito di scivoloni o a causa di incidenti stradali causati dal ghiaccio, che ieri ha ricoperto strade e cortili. «Alle 13 avevamo 56 utenti in esame», spiega il primario del Pronto soccorso di San Bonifacio, dottor Andrea Tenci, «di cui uno in codice rosso e 16 in codice giallo. Sono numeri molto al di sopra della media per un pronto soccorso come il nostro». Al punto da dover richiamare in servizio un infermiere che era di riposo. «Ma una grossa mano, senza averla chiesta, ce l’ha data il comitato della Croce Rossa Italiana di Verona Est», sottolinea il primario, «che da stamattina (ieri, ndr) ha messo a disposizione un mezzo e un’equipe di volontari».

Il Suem 118 ieri ha allertato tutti i Pronto soccorso dei nosocomi veronesi, ma quello messo più sotto pressione è stato senz’altro San Bonifacio. Contemporaneamente ieri i sanitari del Fracastoro riuscivano a servire 30–40 pazienti, con altrettanti in sala d’aspetto. Un situazione sotto controllo, nonostante il superlavoro. «In un periodo come questo, in cui si vedono reparti e pronto soccorsi in Italia oberati di lavoro, con pazienti su lettighe e anche curati a terra», ricorda il primario, «il nostro ha dimostrato di riuscire a far fronte alle emergenze in modo efficiente, in tempi soddisfacenti».

Solo ieri mattina erano 35 i pazienti inviati al reparto di radiologia per determinare le fratture, altro reparto sottoposto a superlavoro. Soprattutto rotture di femori e lussazioni a spalle. Altri si sono presentati con microfratture agli arti e contusioni e botte da cadute. «Tutto perchè, in giornate come queste, sarebbe il caso di fare massima attenzione e di rimanere a casa», raccomanda il medico del pronto soccorso, «infatti la metà delle persone che si sono presentate da noi ha avuto traumi in conseguenza di incidenti stradali, ma l’altra metà si tratta di cadute avvenute nel cortile o sulle scale di casa, piuttosto che al cimitero per portare i fiori ai propri cari». Magari andare al mercato o al cimitero in giorni meno critici.... Altro discorso per quel che concerne le strade. «Questa mattina alle 8 in nuova Porcilana tamponamenti e uscite di strada non si contavano», ci dice un giovane automobilista in attesa al pronto soccorso, che mostra le foto scattate col telefonino. Gli agenti della polizia locale di Monteforte arrivano alla reception in cerca di notizie su due ricoverati per un altro sinistro in Valdalpone. Un ragazzo viene adagiato in barella per aver ricevuto un colpo al collo mentre era in auto a Ca’ degli Oppi. Intanto le ambulanze scaricano feriti a ripetizione: una decina quelle in servizio ieri nell’Est veronese, 18 in tutta la provincia inviate dal Suel 118 (esclusa la città). Intanto sono in azione i mezzi spargisale tra la Valdalpone, San Bonifacio e la strade provinciali per il Colognese e per San Martino. In tarda mattinata la fase critica era superata. «Per fortuna ci sono stati solo un paio di feriti gravi e nessun decesso è stato registrato nel nostro ospedale», conclude Tenci. Tutto sommato, dopo una giornata ad alto rischio come ieri, si può tirare un sospiro di sollievo.

Zeno Martini

Suggerimenti