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Dopo le elezioni politiche

A Palazzo Barbieri
si apre il fronte
dei doppi incarichi

Dopo le elezioni politiche
Palazzo Barbieri
Palazzo Barbieri
Palazzo Barbieri
Palazzo Barbieri

O Verona o Roma: solo una poltrona. Tra scelte su doppi incarichi tra Comune e Parlamento, rimpasto di Giunta e prossime nomine in aziende le elezioni politiche scuotono Palazzo Barbieri.

 

E' stato Paolo Paternoster, segretario provinciale della Lega, eletto alla Camera, a dire «no» ai doppi incarichi dalle pagine de L'Arena. I diretti interessati però frenano. «Mi sono preso l’impegno con i veronesi di amministrare la città e non ho ripensamenti. E già dall’anno scorso, quando ero senatore e assessore, non ho il doppio stipendio. Farò un doppio lavoro», dice Stefano Bertacco, assessore ai servizi sociali e all’istruzione, rieletto senatore di Fratelli d’Italia.

 

Sempre da Fratelli d’Italia, il presidente del Consiglio comunale Ciro Maschio, coordinatore provinciale del partito, eletto alla Camera, non si sbilancia: «Non sappiamo quale governo ci sarà e cosa succederà in Parlamento. Sul tema dei doppi incarichi troveremo una sintesi».

 

Il caso riguarda anche la Lega, che ha in Giunta un «big» come Lorenzo Fontana, vicesindaco e assessore, eurodeputato e vicesegretario federale della Lega, destinato a un ruolo di governo nel caso questo fosse a trazione Salvini-centrodestra. Fontana in ogni caso lascerebbe l’europarlamento. E poi c’è Vito Comencini, capogruppo della Lega a Palazzo Barbieri, pure eletto alla Camera. «Valuteremo strada facendo», dice Comencini, «anche perché io ho preso un impegno con i cittadini veronesi e intendo onorarlo, mantenendo il legame con il territorio».

 

 

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