<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Via ai controlli ambientali: si inizia dalle acque

Una delle ex cave di argilla dismesse interessate dall’indagine DIENNE
Una delle ex cave di argilla dismesse interessate dall’indagine DIENNE
Una delle ex cave di argilla dismesse interessate dall’indagine DIENNE
Una delle ex cave di argilla dismesse interessate dall’indagine DIENNE

Dopo il rinvenimento di rifiuti sepolti in vari punti del territorio, l'amministrazione comunale di Ronco ha deciso di alzare la guardia e di avviare una serie di controlli ambientali, a cominciare dalle acque superficiali. Tale verifica partirà entro la fine dell'anno. Saranno attivati 20 punti di prelievo. «I piezometri verranno posti a vari livelli, ma raggiungeranno una profondità massima di 10 metri», annuncia il sindaco Moreno Boninsegna. «Saranno distribuiti su tutto il territorio comunale, soprattutto nelle zone considerate sensibili e più vulnerabili, già individuate, come le cave dismesse». «Verranno condotti prelievi periodici dell'acqua di prima falda: gli esami saranno eseguiti dall'agenzia regionale Arpav», avverte il sindaco. Il quale sottolinea: «Tengo a precisare che sul nostro territorio non sono state trovate contaminazioni da Pfas, ma a garanzia della salute pubblica, e dopo quello che è stato rinvenuto in passato nel sottosuolo, abbiamo ritenuto opportuno, d'ora in avanti, tenere alta l'attenzione, viste le esperienze che ci hanno toccato da vicino. «Tutto ciò, per verificare la salubrità delle nostre acque e tenerle monitorate costantemente», assicura Boninsegna.

La Giunta comunale ha affidato ad un professionista, il geologo Ampelio Cagalli, l'incarico di svolgere il controllo delle acque ronchesane, attraverso i prelievi con i piezometri. Il costo dell'operazione di monitoraggio delle acque ammonta a 30mila euro. «Si tratta di punti di controllo e di prelievo fissi», precisa l'assessore all’Ecologia e alle cave Elisa Leonardi. «Una volta eseguito il primo prelievo delle acque superficiali ed eseguita una mappatura delle stesse, i controlli verranno condotti con regolarità, un paio di volte l'anno». A breve, i ronchesani conosceranno dunque quali elementi, inquinamenti o meno, si trovano nelle acque di prima falda. «Si potrà anche analizzare e fare un raffronto su quali elementi sono presenti a Ronco, ma sono comuni a tutte le acque della pianura Padana, e quali invece sono specifici e presenti solo nel nostro territorio», conclude l’assessore Leonardi.Z.M.

Suggerimenti