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Una targa per Fontana

Il sindaco scopre la targa assieme a Segantini e a De BertiL’industriale Giovanni Rana durante la cerimonia
Il sindaco scopre la targa assieme a Segantini e a De BertiL’industriale Giovanni Rana durante la cerimonia
Il sindaco scopre la targa assieme a Segantini e a De BertiL’industriale Giovanni Rana durante la cerimonia
Il sindaco scopre la targa assieme a Segantini e a De BertiL’industriale Giovanni Rana durante la cerimonia

Emozione e orgoglio a Veronella per la scopertura della targa dedicata a Ottavia Fontana, prima e finora unica sindaca del paese e primo sindaco donna del Veneto. Il sindaco Michele Garzon ha scelto i giorni della sagra della Madonna del Carmine per inaugurare in municipio la targa in ottone donata dalla presidenza del Consiglio dei ministri per onorare le prime 10 sindache d’Italia, elette alle amministrative del 1946. Alla presenza dell’assessore alla Cultura Aldo Brunello, del presidente del Comitato sagra Franco Bressan e dell’autore del libro sulla vita di Fontana, Guerrino Maccagnan, Garzon aveva invitato tutte e 13 le donne sindaco della provincia di Verona. Purtroppo, il periodo delle ferie non ha giocato a favore, così all’evento si sono presentate solo il primo cittadino di Zimella e presidente dell’Unione dei Comuni Adige Guà Alessia Segantini e l’assessore alla Cultura di Bussolengo Katia Facci. Non ha voluto mancare però alla cerimonia l’assessore regionale ai Lavori pubblici Elisa De Berti, ex sindaco di Isola Rizza.

Garzon ha ricordato la solennità e il rispetto con cui sono state celebrate lo scorso anno a Roma le prime 10 donne sindaco d’Italia. Segantini ha posto l’accento sulla «complementarietà di uomo e donna e, dunque, sulla necessità di essere presenti entrambi nella vita politica per servire meglio la cittadinanza, al di là delle quote rosa». De Berti ha richiamato l’attenzione «sull’urgenza, in un periodo di anti politica, di tornare all’onestà, alla sollecitudine e al coraggio di Fontana, che in tempi difficili seppe riunire e far progredire la sua comunità». L’industriale Giovanni Rana, presente alla cerimonia, ha ricordato che Fontana fu la maestra di suo fratello. «I miei genitori mi parlavano sempre della rettitudine e bravura di questa donna e la ricordavano con affetto», ha detto l’imprenditore veronellese. «Non mi rimangono molti sogni da realizzare nella vita», ha aggiunto», «ma un desiderio è quello di avere per mezz’ora al giorno il cervello di una donna». P.B.

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