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Tutto il paese piange Monia e si stringe al suo adorato figlio

Monia NalinL’auto su cui viaggiava la 46enne al momento del tragico impatto
Monia NalinL’auto su cui viaggiava la 46enne al momento del tragico impatto
Monia NalinL’auto su cui viaggiava la 46enne al momento del tragico impatto
Monia NalinL’auto su cui viaggiava la 46enne al momento del tragico impatto

Un altro grave lutto ha colpito la comunità di Boschi Sant'Anna dopo quello del piccolo Gabriele Faedo, il bimbo di quattro anni morto lo scorso aprile a causa di un'encefalite fulminante. L'improvvisa scomparsa di Monia Nalin - la mamma di 46 anni che ha perso la vita lunedì a Pojana Maggiore, nel Vicentino, in un incidente stradale - giunge alla vigilia della festa patronale: un momento di aggregazione molto sentito nel piccolo centro della Bassa, che quest’anno sarà avvolto da una grande tristezza. La famiglia di Monia è infatti molto conosciuta in paese e, dopo aver appreso la terribile notizia, si è chiusa nel silenzio di fronte ad un dolore profondo, un lutto difficile da affrontare specie quando un bambino rimane orfano in tenera età della sua adorata mamma. Ma sono state molte le persone che hanno fatto voluto fare visita alla casa di via Olmo, dove l’impiegata viveva, per portare una parola di conforto alla madre Orietta, al padre Luigino, al marito Luca ma, soprattutto, al figlio della coppia, appena undicenne. «Era una gran mamma e il figlio era tutto per lei», confidano Graziella e Stefania, le migliori amiche di Monia. «I nostri figli erano sempre assieme, sia a scuola sia al calcio e, se avevamo bisogno di aiuto, lei non si tirava mai indietro». Una generosità che dimostrava non solo nella propria famiglia, ma anche in quella di origine, dove si faceva spesso in quattro per stare accanto ai genitori. Lo schianto fatale alla 46enne è avvenuto mentre guidava, al volante della sua Alfa 147, verso Asigliano Veneto, dove lavorava come impiegata in una ditta che produce giostre. Un impiego, tra l'altro, trovato da poco. Per qualche anno, infatti, dopo aver perso il precedente lavoro da impiegata, aveva fatto la baby sitter: un'occupazione temporanea che le permetteva non solo di guadagnare qualcosa ma anche di restare accanto alla famiglia. Un lavoro che Monia aveva già svolto in passato in quanto da giovane era stata anche ragazza alla pari in Germania. «Lavorava tantissimo ma la sera, quando ritornava a casa, si dedicava completamente ai suoi cari» ricordano le amiche. E a loro aveva recentemente pensato, visto che all’orizzonte c'era un piccolo problema. A breve, infatti, si sarebbe sottoposta ad un'operazione al ginocchio, che l'avrebbe obbligata al riposo forzato. Così, si era già organizzata per fare in modo che la sua limitata capacità motoria non diventasse un problema per loro. «Non l'abbiamo mai vista arrabbiata», riferiscono le amiche, «era una donna buona, dal cuore sincero e pulito. Una grande amica, che ci mancherà tantissimo». Una donna sorridente, solare e cordiale che i suoi compaesani avevano visto allegra e spensierata anche sabato sera, durante la festa di chiusura del grest parrocchiale. «Conosco bene la famiglia perché frequenta la parrocchia, il catechismo e il grest. Questa mattina (ieri ndr) ho parlato telefonicamente con il marito Luca ed ho ascoltato il suo dramma», dice don Simone Zanini, parroco di Boschi. «Quella di Monia è una famiglia di grande fede ed auspico che la fede dia ai suoi cari la forza e la luce per andare avanti». Un augurio che il parroco fa anche alla comunità «invitando tutti a restare uniti». La data dei funerali non è ancora stata fissata in attesa del nullaosta per la sepoltura. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Laura Bronzato

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