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Tutti zitti davanti al gip Manara: «Siamo estranei»

Produzione e commercio di prodotti biologici che biologici non erano, di certo non pericolosi per la salute ma comunque ottenuti con colture tradizionali e con «mezzi tecnici» vietati in agricoltura bio, ovvero l’oggetto dell’inchiesta sulla Top Agri. Ieri mattina davanti al gip Raffaele Ferraro si sono svolti gli interrogatori di garanzia di Andrea Cecchetto (difesa Gomiero) , dipendente della Manara spa e sottoposto all’obbligo di dimora, e dei fratelli Fabio e Luciano Manara, titolari dell’omonimo Gruppo che commercializza prodotti per l’agricoltura. A questi ultimi il gip ha applicato la misura interdittiva del divieto temporaneo (sei mesi) di esercizio di attività imprenditoriali, misura contro la quale Fabio Manara (difesa Stefano Gomiero e Stefano Zanini) ha già proposto appello. Sia Cecchetto che i fratelli Manara (Luciano è difeso da Filippo Vicentini) si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, riservandosi tuttavia di depositare una memoria difensiva non appena avranno avuto modo di visionare l’imponente mole di atti depositati dal pm. «Sono completamente estraneo ai fatti ipotizzati dalla Procura di Verona», ha detto Fabio Manara all’uscita dall’aula del gip. «Confido che la giustizia, nella quale ho ferma fiducia, faccia presto il suo corso. Voglio, in ogni caso, ricordare che il Gruppo Manara spa ha un fatturato consolidato di 75 milioni di euro, commercia in fitofarmaci da oltre 60 anni e, soprattutto, da quasi due anni non intrattiene alcun rapporto nei confronti di Top Agri, così come con società alla stessa collegate che, peraltro, era un cliente assolutamente marginale». L’inchiesta condotta dall’Ispettorato Centrale Repressione Frodi Nord Est insieme ai Carabinieri del nucleo tutela agroalimentare di Parma si è focalizzata sulle due aziende di Roverchiara che fanno capo a Marzio Soave specializzate in prodotti bio. Prodotti che per l’accusa erano «miscelati» con altri derivanti da agricoltura tradizionale e in tal modo avrebbero commesso una frode in commercio il cui valore si attesta sui 3 milioni di euro.

F.M.

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