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GIALLO A CASALEONE

Trovato agonizzante
dentro un bar
muore in ospedale

L’auto dei carabinieri: sul caso sta indagando il Nucleo Radiomobile
L’auto dei carabinieri: sul caso sta indagando il Nucleo Radiomobile
L’auto dei carabinieri: sul caso sta indagando il Nucleo Radiomobile
L’auto dei carabinieri: sul caso sta indagando il Nucleo Radiomobile

Un passante l’ha trovato all’alba di lunedì, agonizzante e con una profonda ferita sull’arcata sopraccigliare, disteso a terra davanti al bar «Chaplin», nel centro di Casaleone. Immediatamente, l’uomo, dopo avergli prestato i primi soccorsi e vedendo che non rispondeva, ha allertato il personale del 118. E quell’individuo in ciabatte, camicia e pantaloncini, apparso subito in condizioni disperate, è stato trasportato d’urgenza in ambulanza all’ospedale di Legnago dove ieri ha cessato di vivere nel reparto di Rianimazione.

È un giallo, su cui nel piccolo centro della Bassa circolano le più disparate teorie, quello che ruota attorno all’inesplicabile decesso di Pietro Donadoni, un 49enne residente in paese. Un mistero su cui stanno cercando di fare luce in queste ore i carabinieri del Nucleo operativo e Radiomobile di Legnago intervenuti l’altra mattina in via Vittorio Veneto con i colleghi della stazione di Sanguinetto per eseguire i rilievi ed avviare le indagini. Anche se, in base agli elementi finora raccolti, gli inquirenti tendono ad escludere la morte per causa violenta e propendono piuttosto per una disgrazia. Un incidente capitato al 49enne nelle prime ore di lunedì, probabilmente dopo una caduta accidentale dal motorino al termine di una notte movimentata trascorsa a fare bisboccia nei bar del paese in compagnia di due amici. Tutte le ipotesi rimangono comunque aperte in attesa dei risultati dell’autopsia disposta ieri dal pm Giovanni Pietro Pascucci, che ha aperto un fascicolo sul caso dopo il rinvenimento di Donadoni sul plateatico del locale gestito da cinesi.

Mancavano pochi minuti alle 7 quando un cittadino che stava portando a spasso il cane è stato attirato da una sagoma riversa supina tra i tavoli del bar, dove tutto era comunque in ordine. Non c’erano infatti sedie e tavolini rovesciati o altri segni che potevano far pensare che quella scena fosse l’epilogo di una rissa, di un litigio acceso degenerato nel sangue. Il soccorritore si è quindi avvicinato e ha visto che il 49enne, privo di conoscenza, respirava ancora. Da lì la richiesta d’intervento al 118 e la corsa disperata verso il Pronto soccorso del «Mater salutis». Stando ad una prima ricostruzione, Donadoni, forse tradito da qualche bicchiere di troppo, avrebbe perso l’equilibrio e, una volta scivolato dal ciclomotore, potrebbe aver colpito con la faccia una delle fioriere in cemento allineate attorno alle vetrate del «Chaplin». Per poi ricadere all’indietro sbattendo la testa sul pavimento. La ferita rinvenuta sul capo dell’uomo, che svolgeva lavori saltuari, non sarebbe stata inferta da un’arma da taglio o da un oggetto contundente. E non sarebbe nemmeno l’effetto di un pugno sferrato da qualcuno. Ecco perché i carabinieri sono inclini ad escludere la responsabilità di terze persone e a ritenere che la triste fine dell’uomo sia imputabile invece ad una drammatica fatalità, ad una brutta caduta, forse anche più d’una, mentre cercava di rincasare in sella al suo motorino. La cautela induce tuttavia i militari a non trascurare nessuna pista per dirimere anche il minimo dubbio in proposito ed accertare la reale causa del decesso.

L’unica certezza al momento è che ieri, intorno a mezzogiorno, i medici dell’ospedale di Legnago hanno dichiarato la morte cerebrale di Donadoni, dando l’avvio alla relativa procedura prevista per legge. A risolvere il giallo di Casaleone, stabilendo se si sia trattato o meno di morte violenta, sarà invece l’esame autoptico, che sarà eseguito oggi all’istituto di medicina legale del policlinico di Borgo Roma, a Verona. Nel frattempo, gli uomini del capitano Lucio De Angelis continueranno a sentire amici e familiari dell’uomo nonché a raccogliere tutti gli indizi possibili per risalire all’esatta dinamica e ricostruire una allegra serata tra amici sfociata purtroppo nel dramma.

Stefano Nicoli

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