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Travolto da auto pirata Ciclista in sella drogato

Il Pronto soccorso di San Bonifacio dove fu ricoverato il 33enne
Il Pronto soccorso di San Bonifacio dove fu ricoverato il 33enne
Il Pronto soccorso di San Bonifacio dove fu ricoverato il 33enne
Il Pronto soccorso di San Bonifacio dove fu ricoverato il 33enne

Era stato investito lo scorso 23 novembre da un’auto «pirata» mentre percorreva via Serega, ad Albaredo, in sella alla sua bicicletta. Al momento dell’impatto, che l’aveva fatto finire all’ospedale di San Bonifacio con una prognosi di 40 giorni, era però sotto l’effetto di cannabinoidi. E così S.D. - un operaio marocchino di 33 anni, irregolare in italia, senza fissa dimora ma di fatto domiciliato a Veronella - è stato denunciato per aver violato l’articolo 187 del codice della strada che punisce per l’appunto la guida in stato di alterazione psicofisica per uso di sostanze stupefacenti. Ma non è finita qui. Il ciclista, sbalzato in un fosso da una Citroen C4 Picasso di colore bianco poi dileguatasi, è stato anche denunciato per non aver ottemperato al decreto di espulsione che l’aveva colpito ancora due anni fa. E, come se non bastasse, la ciliegina sulla torta: una sanzione amministrativa di qualche decina di euro perché viaggiava senza luci e sprovvisto di giubbino catarifrangente. Il 33enne non ha fatto nemmeno in tempo a ristabilirsi da quel tremendo botto che gli aveva causato la frattura del femore e un ricovero in Ortopedia, che ora deve fare i conti con i risvolti penali di un incidente avvolto inizialmente da parecchi punti oscuri. Un mistero dipanato dalle ricerche condotte dai carabinieri della stazione di Minerbe, che quel giorno, intorno alle 17, si erano precipitati sul posto dopo essere stati allertati da alcuni passanti. Tuttavia, in via Serega non c’era più traccia ne dell’auto dell’investitore né del ciclista ferito: sull’asfalto rimanevano solo la bicicletta, abbandonata sul ciglio stradale, e alcuni frammenti di quella che poi si è scoperto essere una Citroen C4. Da lì scattò l’indagine, coordinata dal pm Eugenia Bertini del tribunale di Verona, che è giunta ora a conclusione. Riservando un finale a sorpresa, che aggrava anche la posizione del ciclista. Il conducente della macchina, già denunciato per fuga, omissione di soccorso e lesioni stradali, si era infatti presentato spontaneamente in caserma a distanza di poche ore da uno scontro di cui, in un primo momento, non si sarebbe accorto. Quel pomeriggio, complice una visibilità ridotta dal buio e da una pioggia battente, A.C., un sessantenne di Coriano, non aveva dato peso al botto avvertito in via Serega. Salvo poi venire a conoscenza dell’incidente e ritrovarsi con lo specchietto in frantumi. Da lì la corsa in caserma. •

Stefano Nicoli

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