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«Trascinato nel campo e poi preso a bastonate»

Il magazzino dove  l’agricoltore è stato aggredito da tre banditi
Il magazzino dove l’agricoltore è stato aggredito da tre banditi
Il magazzino dove  l’agricoltore è stato aggredito da tre banditi
Il magazzino dove l’agricoltore è stato aggredito da tre banditi

«L’hanno trascinato in mezzo ad un campo e l’hanno picchiato selvaggiamente, prima con pugni e calci e poi con un oggetto pesante, forse un bastone. Una violenza inaudita, tanto che Dario, dopo aver cercato invano di ribellarsi e di opporsi a quella raffica di botte, ha perso i sensi cadendo a terra. E solo a quel punto quei farabutti sono fuggiti abbandonandolo in un lago di sangue nel deposito degli attrezzi». È un racconto dell’orrore quello che, a distanza di alcune ore dalla brutale aggressione subita nelle campagne di Bonavicina da suo fratello Dario, un agricoltore di 73 anni rimasto in balia venerdì scorso di tre giovani banditi, traccia suo fratello Ermanno.

Quella sera è stato lui, che divide con il congiunto la casa rurale di via Muri, nella frazione di San Pietro di Morubio, a prestare i primi soccorsi al malcapitato pensionato. Il quale, fortunatamente, dopo l’incubo vissuto tra quelle mura che finora gli sembravano le più sicure al mondo, sta lentamente riprendendosi nel letto del reparto di Chirurgia dell’ospedale «Mater salutis» di Legnago dove è stato ricoverato per le ferite procurategli dai ladri originari con tutta probabilità dell’Est Europa. L’uomo non corre pericolo di vita e, se tutto procederà bene, sarà dimesso già questa settimana». «Mio fratello è vivo per miracolo e ringrazio il cielo di aver acceso la luce in cucina costringendo quei vigliacchi a fuggire. Quando è entrato in casa, dopo essersi ripreso da quell’aggressione brutale superata grazie alla sua fibra forte di contadino ed alpino, era una maschera di sangue e subito ho temuto davvero il peggio». La drammatica serata era iniziata per il 73enne verso le 19 quando era andato a chiudere il passo carraio. «È stato allora che Dario si è accorto che la porticina del magazzino era aperta, è corso a vedere e si è trovato di fronte tre individui incappucciati, che si erano introdotti nella proprietà tagliando la recinzione e che avevano già accatastato le attrezzature agricole nel terreno confinante per caricarle». «A quel punto», ricorda il 71enne, «ne è scaturito un parapiglia, mio fratello si è messo ad urlare, l’hanno trascinato nel campo e picchiato. Poi l’hanno riportato nella rimessa dove uno di loro ha continuato a malmenarlo mentre i due complici lo tenevano fermo perché rivelasse dove teneva la cassaforte. Alla fine è svenuto e quelle bestie si sono dileguate».

Stefano Nicoli

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