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Torretta chiude le porte ai rifiuti della città

Conferimento di rifiuti alla discarica di Torretta
Conferimento di rifiuti alla discarica di Torretta
Conferimento di rifiuti alla discarica di Torretta
Conferimento di rifiuti alla discarica di Torretta

Boom di rifiuti stoccati e lotti in esaurimento alla discarica di Torretta di Legnago. I Comuni della Bassa e Lese corrono ai ripari. Dall’incendio della ditta Sev di Povegliano all’incremento della produzione di immondizie, complice l’aumento di flussi turistici sul Garda e a Verona: sono vari i fattori che, nel corso di quest’anno, hanno fatto impennare i quantitativi di scarti conferiti nella discarica della frazione legnaghese. Tanto che la partecipata guidata dal presidente Pietro Zanetti dal 1° gennaio non accetterà più i rifiuti ingombranti provenienti dal Comune di Verona e dal Bacino Verona Nord, ente a cui a cui fanno riferimento 58 municipi che spaziano dal Villafranchese alla Lessinia, passando per la zona lacustre. Tutto ciò, per continuare a consentire ai 39 Comuni della Bassa, che fanno capo all’ente di bacino Verona Sud, di poter continuare a smaltire i propri ingombranti a Torretta. L’impianto legnaghese, a causa dell’ impennata, sta accorciando la sua vita «residua», destinata a concludersi entro il 2021. Secondo le previsioni dei tecnici di Lese, in base agli attuali flussi di rifiuti, la discarica nel giro delle prossime settimane supererà la quota limite di 120mila tonnellate annue, fissata dalle autorizzazioni concesse dalla Regione nel 2009. Ossia un quantitativo da record, mai toccato nell’arco di 9 anni. Addirittura, negli anni scorsi, le stime degli scarti raccolti erano state sempre riviste al ribasso. Per il 2018, la partecipata dal Comune e dalla Sit di Vicenza aveva ipotizzato di accogliere 57mila tonnellate, ovvero meno della metà di quanto in realtà è stato conferito. Le cause di tale «boom», sono molteplici. A cominciare dall’incendio che, ad aprile, ha messo fuori uso la poveglianese Sev, impresa che smaltiva gli ingombranti per vari centri del Veronese. Lo stop forzato di questo stabilimento ha fatto sì che i due bacini di Verona Nord e Verona dirottassero i loro rifiuti all’impianto di Torretta. Il sito della Lese, però sta esaurendo gli spazi a disposizione per tale tipologia di materiale. Da qui è scaturita la decisione del consiglio di bacino Verona Sud, trasmessa alla Lese, di limitare la disponibilità ad accogliere gli ingombranti provenienti al di fuori della Bassa soltanto fino al prossimo 31 dicembre. All’incremento della frazione «secca» del rifiuto, invece, hanno contribuito gli incrementi di flussi turistici sia nella zona del Garda che nella città di Verona. A Legnago, difatti, finiscono anche gli scarti della selezione del secco effettuata all’impianto di Cà del Bue, tra questi residui vi è il «sovvallo», per il quale Amia fa sempre più fatica a trovare impianti idonei. Non da ultimo, nella frazione sono approdati i materiali dispersi nelle scorse settimane dai nubifragi che hanno flagellato il Veronese. In questo caso, l’ente di bacino Verona Sud, assieme a Lese, ha stabilito, con spirito solidaristico, di accogliere nel sito i rifiuti raccolti nei vari centri della provincia colpiti dalle inondazioni. Per evitare, quindi, di sforare la soglia delle 120mila tonnellate di rifiuti accoglibili per quest’anno, bloccando così l’impianto, da parte della Regione è già in fase di valutazione la concessione di una deroga, su istanza da Lese, per arrivare a superare le 130mila tonnellate. Tutto ciò in attesa che, sempre da Venezia, arrivi il via libera al piano di «rimodulazione» della discarica, che consentirà di sfruttare gli spazi esistenti tra i vecchi lotti, occupando un ulteriore volume di 500mila metri cubi e allungando la vita della discarica fino al 2029. «Le problematiche sui flussi di rifiuti in aumento riscontrate a Torretta», evidenzia il sindaco Clara Scapin, «si rilevano, più in generale, a livello di tutto il Veneto. Tanto che si sono svolte varie riunioni a Venezia, coinvolgendo tutti gli enti di bacino. Lese, finora, si è dimostrata disponibile ad accogliere più scarti del previsto in questa fase di emergenza. Tuttavia, per quel che concerne soprattutto gli ingombranti, non possiamo ridurre gli spazi destinati ai Comuni della Bassa per favorire altre aree, in quanto costringeremo i nostri municipi a rivolgersi altrove, con un inevitabile aumento dei costi di smaltimento». •

Fabio Tomelleri

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