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Temporale, danni per dieci milioni Sorgà, stato di crisi

L’immagine simbolo di un pioppeto dopo il passaggio del fortunale
L’immagine simbolo di un pioppeto dopo il passaggio del fortunale
L’immagine simbolo di un pioppeto dopo il passaggio del fortunale
L’immagine simbolo di un pioppeto dopo il passaggio del fortunale

C’è un primo bilancio dei danni provocati dal maltempo abbattutosi sulla pianura veronese domenica notte. Un bilancio pesante, visto che si parla di almeno 10 milioni di euro di perdite per le aziende agricole. Questa è la stima che propone, pur avvertendo che si tratta di un dato suscettibile di modifiche, Michele Marani, il direttore del consorzio Codive, che riunisce gli agricoltori che stipulano quelle assicurazioni contro le perdite di reddito dovute agli eventi atmosferici, che sono essenziali anche per poter accedere ai risarcimenti. «In tutta l’area del tabacco, che va da Cerea a Sanguinetto, Bovolone, Oppeano, Salizzole, Nogara ed Isola della Scala, ci sono almeno 2 milioni di danni, dovuti al lavoro in atto da lunedì per raddrizzare le piante che sono state buttate a terra dal vento ed alla perdita di produzione», spiega Marani. Il quale, poi, precisa che questa situazione interessa poche decina di attività, con, però, grandi quantità di superfici coltivate. «Sono invece centinaia le realtà che coltivano frutta e seminativi che si sono trovate a fare i conti con le conseguenze del forte vento e della grandine», continua Marani. Nelle aziende in cui si crescono mele e pere, di Zevio, Ronco e Palù, di Terrazzo e Begosso, ci sono perdite per una cifra totale fra i 5 e i 6 milioni di euro. «Molti impianti sono finiti a terra, con danni anche alla frutta sugli alberi», precisa il direttore di Codive. Il quale, infine, spiega che nell’area a ridosso del confine con Mantova, fra Gazzo e Nogarole Rocca, ad avere la peggio sono stati soprattutto i cereali. «Considerata la natura di queste colture, è difficile fare stime precise, però credo che le perdite non siano inferiori ai 2 milioni», conclude Marani. «L’agricoltura vive di sole e di acqua e lo squilibrio di questi elementi può portare alla proliferazione di parassiti e malattie funginee», commenta Paolo Ferrarese, presidente di Confagricoltura Verona. «In annate come questa», aggiunge, «ci sono sicuramente dei risparmi sotto il profilo dell’irrigazione, ma anche degli appesantimenti e dei costi maggiori per quanto riguarda la protezione delle colture, con trattamenti superiori a quelli ordinari; inoltre, gli sbalzi termici tra notte e giorno possono danneggiare alcune coltivazioni e la forte umidità associata al caldo rende quasi impossibile l’agricoltura biologica». Di «estate anomala» parla la sezione veronese di Confederazione italiana agricoltori, i cui rappresentanti spiegano che, oltre ai danni, vanno tenute in conto le minori rese. «Per quanto riguarda la soia», spiega il presidente Andrea Lavagnoli, «la grandine ha rovinato le colture in alcune zone, come a Castagnaro e a Villa Bartolomea, mentre la pioggia e il vento hanno piegato a terra il mais». «Il frumento, poi, ha avuto una resa inferiore del 30 per cento dovuta all’allettamento e, a causa delle ingenti quantità di pioggia, la percentuale di glutine risulta più bassa rispetto ai valori normali», aggiunge. Spiegando che la sua associazione ha già chiesto alla Regione di verificare i danni nelle zone colpite dalla tromba d’aria di domenica. D’altronde il suo presidente regionale, Gianmichele Passarini, proprio alla Regione chiede di porsi il problema dei cambiamenti climatici in atto, prevedendo un intervento sulle assicurazioni, «le quali sono troppo restrittive». Più cauto, invece, il presidente di Coldiretti Verona, Daniele Salvagno. «È vero che questa estate è sinora stata caratterizzata da repentini cambiamenti climatici e perturbazioni, ma al momento non si registrano particolari sofferenze delle colture, salvo dove è grandinato», dice Salvagno. Il presidente aggiunge: «I cambiamenti climatici si manifestano con un’elevata frequenza di eventi estremi, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, che hanno un forte impatto sulle attività agricole». Nel frattempo il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ha firmato i decreti con i quali viene dichiarato lo stato di crisi per una serie di eccezionali avversità atmosferiche verificatesi quest’anno. Per il disastro del 15-16 luglio il provvedimento riguarda nel Veronese solo Sorgà, anche se è suscettibile di integrazioni qualora altri Enti dovessero segnalare danni e disagi riconducibili agli stessi eventi meteo eccezionali. •

Luca Fiorin

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