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Sportello lavoro, boom di iscritti e assunzioni

Lavoro in una falegnameria, settore tradizionale della Bassa
Lavoro in una falegnameria, settore tradizionale della Bassa
Lavoro in una falegnameria, settore tradizionale della Bassa
Lavoro in una falegnameria, settore tradizionale della Bassa

Aumentano gli iscritti allo «Sportello lavoro» di Legnago. Ma, allo stesso tempo, crescono le possibilità che i disoccupati possano reinserirsi in fabbriche ed uffici. È positivo il bilancio dell’attività svolta lo scorso anno del servizio gestito dal Comune, attraverso l’agenzia Lavoro e società e la cooperativa Energie Sociali, al secondo piano dell’ala nuova di Palazzo de’ Stefani. In base al rendiconto presentato dai responsabili dell’ufficio, aperto ai disoccupati ogni martedì dalle 9.30 alle 13, nell’ultimo anno si sono presentate allo sportello altre 126 persone residenti in città. Innalzando così a 500 il numero di utenti che hanno usufruito dell’iniziativa dal 2015. L’attività è svolta in collaborazione con quattro agenzie per il lavoro ed il Centro per l’impiego di via Matteotti. Dei 126 nuovi iscritti, 27, pari al 21 per cento, stanno tuttora lavorando.Sono stati, invece, 40 i residenti di Legnago che hanno partecipato ad un percorso formativo. Se si considerano i 23 Comuni del territorio che hanno aderito al Patto per il lavoro del Basso veronese, di cui la città del Salieri è capofila, i disoccupati che hanno usufruito di questa opzione salgono a 60. Per ciò che concerne i progetti di inclusione sociale rivolti ai lavoratori svantaggiati, tra cui vi sono i disoccupati di lungo corso, al percorso di formazione e tirocinio in aziende locali per magazzinieri hanno preso parte nove persone, scelte tra 50 candidati di Legnago, Casaleone, Cerea e Cologna Veneta. Nel ciclo per magazzinieri, inserito nel programma «Aict», hanno trovato posto altri nove richiedenti su 40 aspiranti di otto centri della Bassa. Roberto Bovolon, operatore dello sportello, evidenzia: «Alle 300 persone ricevute nel primo anno se ne sono aggiunte, nei due successivi, altre 200. Molti disoccupati, ormai, arrivano da noi attraverso il passaparola e sono soprattutto cinquantenni con una scolarità bassa». «Se, fino a qualche anno fa, la maggior parte di chi cercava lavoro era di origine straniera», aggiunge Stefano Bortolami, di Energie Sociali, «con la crisi economica gli accessi al servizio sono soprattutto di disoccupati italiani». Gianfranco Falduto, consigliere alle Politiche occupazionali, dice: «Dopo due anni di rodaggio lo sportello è a pieno regime». Mentre Tommaso Casari, assessore alle Attività produttive, conclude: «L’unica soluzione per attenuare disoccupazione ed effetti della congiuntura è unire le forze tra i vari enti». •

Fabio Tomelleri

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