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Sos asilo di Coriano, chiusura a giugno
«Buco» di 400mila euro insostenibile

La materna «Giovani Brena» di Coriano di Albaredo
La materna «Giovani Brena» di Coriano di Albaredo
La materna «Giovani Brena» di Coriano di Albaredo
La materna «Giovani Brena» di Coriano di Albaredo

L’asilo di Coriano potrebbe chiudere i battenti per sempre. C’è preoccupazione tra le 60 famiglie della frazione e delle località vicine, con bambini in età prescolare, per la decisione di fare le valigie presa dal presidente del Comitato di gestione della scuola d’infanzia «Giovanna Brena». I gravi problemi economici - che da anni pesano come un macigno sull’istituto - stanno mandando in frantumi il sogno del defunto assessore Sandro De Mori di mantenere in funzione il servizio scolastico. Così, dopo aver perso le Poste e nell’incertezza di poter mantenere una società calcistica in Seconda categoria, i corianesi potrebbero dover dire addio pure alla materna.

Il mese scorso il presidente Alessio Damini, per tanti anni braccio destro di De Mori, impegnatosi in prima persona per finanziare 9 anni fa la costruzione del nido integrato adiacente alla materna, ha scritto una lettera in cui annuncia la chiusura delle attività della «Brena» il 30 giugno e del nido «Orsetto spericolato» il 22 luglio. «L’associazione che rappresento», spiega Damini «non è nelle condizioni di poter gestire ed erogare i servizi scolastici alla prima infanzia».

Il problema più grave era, e rimane, quello finanziario. Lo sanno bene le insegnanti che nel 2015 hanno dovuto attendere gli stipendi per mesi. Eppure, il servizio è sempre stato eccellente e molto apprezzato dalle famiglie. Per realizzare il nido, a suo tempo, il Comitato si espose con le banche: De Mori e Damini fecero da garanti ma non bastò. Ogni anno che passava, a causa delle difficoltà di gestione che tutte le materne paritarie vivono per la carenza e il ritardo dei contributi, il buco si allargava sempre più. Si parla di almeno 400 mila euro di disavanzo. L’anno scorso le minoranze chiesero di affrontare la questione dell’elevata esposizione debitoria della scuola in un Consiglio comunale in cui si era profilata la possibilità di un intervento del Comune per assorbire parte del debito con le banche. L’assessore alla Scuola Iva Trentin però individuò un’altra soluzione: alzare i contributi annuali dell’ente alle scuole d’infanzia. Infatti, nel bilancio del 2016, la quota di sostegno comunale è salita da 40 mila a 60 mila euro.

«Il progressivo peggioramento delle condizioni economico-finanziarie», ha scritto Damini nella lettera al sindaco Giovanni Ruta «e amministrative della nostra associazione, non possono garantire i requisiti di operatività richiesti dall’accreditamento regionale e dalla parità scolastica ministeriale». «Non mi è ancora chiaro perché sono stati investiti soldi della materna in una struttura di proprietà comunale per realizzare l’asilo», commenta il presidente della Fism di Verona Ugo Brentegani. «Qualcuno non ci ha raccontato tutta la verità». Il presidente non ha voluto chiarire oltre le ragioni di una decisione così drastica, mentre il sindaco Ruta non ha perso le speranze. «Anche se l’associazione guidata da Damini ha deciso di abbandonare, non è detto che il servizio per l’infanzia non possa essere preso in mano da qualche altro comitato», dice. Faremo un bando e vedremo se qualche associazione o cooperativa avrà intenzione di garantire la continuità educativa». Intanto però, decine di famiglie sono corse ad iscrivere i propri figli alla materna «Maria Assunta» di Albaredo.P.B.

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