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Sfilata di majorettes
per il parroco di Menà

Don Michele De Rossi fa il suo ingresso  in parrocchia a Menà circondato dalle majorettes
Don Michele De Rossi fa il suo ingresso in parrocchia a Menà circondato dalle majorettes
Don Michele De Rossi fa il suo ingresso  in parrocchia a Menà circondato dalle majorettes
Don Michele De Rossi fa il suo ingresso in parrocchia a Menà circondato dalle majorettes

Una folla di fedeli, il sindaco Andrea Trivellato, il vicesindaco Christian Formigaro, il comandante della locale stazione dei carabinieri, maresciallo capo Massimo Previtali, e perfino il gruppo delle majorettes «San Giovani Bosco» di Castagnaro. È stata un’accoglienza davvero calorosa quella che domenica scorsa, la frazione di Menà ha voluto riservare a don Michele De Rossi: il 39enne sacerdote, originario di Cadidavid ed ex curato a San Giovanni Lupatoto, diventato ora parroco a Menà e Villa D’Adige. Nella chiesa di Sant’Anna, don Michele, affiancato dal vicario foraneo di Legnago, don Diego Righetti, ha fatto il suo ingresso ufficiale tra due ali di folla, con tanto di majorettes che si sono esibite sulla piazza antistante. Accanto al sacerdote, erano presenti anche 200 fedeli delle ex parrocchie dove ha prestato in precedenza il suo ministero, e naturalmente i nuovi parrocchiani.

Ordinato sacerdote nel 2013, don Michele è una cosiddetta vocazione adulta. Dopo il diploma in perito agrario e una laurea in Vivaismo, ha infatti lavorato per sei anni in una cooperativa agricola affiancando il lavoro ad una vita normale tra famiglia, amici e fidanzata. Finché, come rivela lui stesso, ha deciso «di convertire la propria missione dal campo terreno alla chiamata di sacerdote». «Era qualcosa che sentivo nascere in me da tempo», rivela il neo parroco, «e che si è sviluppata a poco a poco. Sono entrato nella casa vocazionale di San Giovanni Battista nel 2005. Ho quindi intrapreso gli studi in Teologia, approfondendo anche i miei interessi sull’arte sacra. Come diacono arrivai nelle unità pastorali di Sant’Anna d’Alfaedo, Zevio e Ronco e, nel primo anno di sacerdozio, a Sant’Ambrogio di Valpolicella, fino appunto a San Giovanni Lupatoto». E.P.

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