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Scoppia un violento incendio
In fumo auto e due capannoni

Il capannone distrutto dall’incendio divampato in via Moraron DIENNE
Il capannone distrutto dall’incendio divampato in via Moraron DIENNE
Il capannone distrutto dall’incendio divampato in via Moraron DIENNE
Il capannone distrutto dall’incendio divampato in via Moraron DIENNE

Un rogo divora due capannoni nelle campagne di Zimella e distrugge tre automobili, un furgoncino e una motocicletta ricoverati all’interno dei fabbricati. I danni stimati superano i 200mila euro. Grave incendio nella notte fra martedì e mercoledì in due stabili artigianali in via Moraron 1035, di proprietà dell’ex consigliere comunale Remigio Panarotto. Nelle due strutture in cemento, una di 300 metri quadri e l’altra suddivisa in due porzioni contigue da 200 metri quadri ciascuna, lavora in affitto da sei mesi un commerciante di automobili di Lonigo, Giovanni Fusco. L’affittuario usa i fabbricati sia come autorimessa che come officina per le riparazioni.

È stato proprio il commerciante d’auto l’ultimo che ha lasciato il capannone martedì sera, dopo aver lavorato fino alle 19.30. Ha raccontato di non aver notato nulla di strano. Poco prima delle 22 però Panarotto, che vive nell’abitazione davanti ai capannoni, ha udito il rumore di un’auto nelle vicinanze e si è insospettito. «Sono uscito per vedere chi fosse, ma non ho scorto niente di particolare, salvo una luce che proveniva dall’autorimessa. Ho pensato che Fusco l’avesse dimenticata accesa». Nel giro di poche decine di minuti, in via Moraron si è scatenato l’inferno. Le fiamme, che sembra siano partite dalla Peugeot 307 di proprietà di Panarotto, hanno rapidamente invaso l’interno dello stabile, diffondendosi anche negli altri locali comunicanti tramite un finestrone. Sono andate distrutte tre automobili, un furgoncino e un motociclo, mentre altre quattro auto hanno subito danni più o meno gravi. È andata in fumo l’attrezzatura dell’officina, mentre il carrello ponte è annerito ma recuperabile. Anche un piccolo ufficio ha subito danni. Sono colate pareti, finestre in plastica, controsoffitti. Nel capannone più grande, diventato inagibile, sono visibili grandi squarci sul tetto. L’impianto elettrico è stato gravemente compromesso.

I residenti hanno subito chiamato i pompieri che sono arrivati con le autobotti da Legnago e da Verona. Sul posto sono giunti anche i carabinieri di Cologna per i rilievi. «Siamo usciti di corsa da casa», ricorda l’ex consigliere, «sentivamo gli pneumatici delle auto scoppiare, c’era un frastuono terribile. Temevamo che l’incendio avrebbe intaccato la nostra abitazione e avevamo paura per la presenza di due cisterne di gpl a poche decine di metri dai capannoni». La madre di Panarotto, Gemma Feltre, di 94 anni, si è sentita male ed è stata accompagnata dal nipote a casa della figlia a Crosare di Pressana, dove ha trascorso la notte. I vigili del fuoco hanno lavorato fino alle 3.30, riuscendo a circoscrivere l’incendio e a scongiurare pericoli per i proprietari dell’abitazione e per i vicini. I danni sono ingenti e un ulteriore costo riguarderà lo smaltimento delle vetture e delle strutture bruciate o crollate. Fortunatamente nella copertura non c’era eternit, però Panarotto non era assicurato contro gli incendi. All’interno del capannone non sono stati trovati inneschi. L’ex consigliere, tuttavia, non è convinto che si sia trattato di un rogo accidentale.

Paola Bosaro

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