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Salvato il cippo
napoleonico
Appena in tempo

La stele che era stata lasciata a terra in attesa di essere prelevata
La stele che era stata lasciata a terra in attesa di essere prelevata
La stele che era stata lasciata a terra in attesa di essere prelevata
La stele che era stata lasciata a terra in attesa di essere prelevata

Cippo napoleonico divelto a Veronella: c’è lo zampino di un ladro o di qualche incivile. È stata una corsa contro il tempo quella dei volontari dell’associazione culturale Adige Nostro che sabato pomeriggio sono riusciti a salvare, prima che fosse troppo tardi, la stele che ricorda l’antica fortificazione sull’Alpone, fatta costruire da Napoleone Bonaparte nel 1809 per evitare incursioni delle truppe austriache nel territorio conquistato con fatica nella celebre Battaglia d’Arcole del 1796.

È successo quello che purtroppo temeva il cacciatore ambientalista di Ronco Gianluigi Personi, che a fine agosto aveva lanciato un appello per salvare il monumento dall’incuria e dall’oblio.

I volontari dell’associazione culturale di Albaredo sono intervenuti nel tardo pomeriggio di sabato sull’argine sinistro del torrente, avvertiti da un appassionato di jogging che aveva notato un antico pilastro di pietra adagiato in mezzo all’erba. «Un cittadino albaretano aveva visto la stele gettata a terra ancora 15 giorni fa, ma solo ieri ha riferito la notizia alla bibliotecaria del paese, che ci ha subito chiamati», racconta il presidente di Adige Nostro Gianni Rigodanzo, che è pure ispettore onorario della Soprintendenza.

Dopo aver fatto un sopralluogo, gli attivisti hanno appurato che si trattava proprio del cippo francese, contrassegnato dalla data del 5 maggio 1809, dalla «N» e dall’incisione della corona dell’imperatore. Il terreno dove da quasi 200 anni il pilastro era stato infisso era stato scavato con un badile. Non è stato difficile per gli ignoti vandali far uscire dal terreno la stele alta 2 metri. Da qualche anno infatti, la pietra era in uno stato di abbandono ed era stata in parte danneggiata dal passaggio dei trattori che si occupano dello sfalcio dell’erba sulle rive. Non era più dritta, bensì inclinata verso l’esterno dell’argine.

VICINO ALLA COLONNA, Rigodanzo e Federico Pittondo, un altro volontario, hanno notato tracce di pneumatici di un fuoristrada, con cui i ladri pensavano probabilmente di portare via la stele. Non ci sono però riusciti a causa del suo peso (quasi 4 quintali). «Quando abbiamo visto quello che era successo, abbiamo subito avvertito i carabinieri e la Soprintendenza alle belle arti di Verona», riferiscono.

Con l’autorizzazione della Soprintendenza, Adige Nostro ha preso in carico la colonna di Napoleone. Mediante un braccio gru, i volontari hanno caricato la stele su un camion e l’hanno trasportata in un magazzino dotato di allarme, in centro ad Albaredo. I carabinieri hanno preso nota dell’operazione e hanno vigilato che si svolgesse regolarmente.

Sorpreso il sindaco di Veronella Michele Garzon, che stava attendendo proprio dalla Soprintendenza una risposta in merito alla cessione del cippo al Museo della battaglia di Arcole: «Alla luce di quello che è successo, direi che è urgente provvedere alla messa in sicurezza del pilastro», dichiara.

Per nulla sorpreso, invece, il sindaco di Arcole Alessandro Ceretta. «Non dico che me l’aspettavo, ma questo gesto non mi stupisce. Non credo che si sia trattato di un tentativo di furto, quanto piuttosto di un modo per far sparire il ricordo di un personaggio storico poco amato», osserva. «A noi è successo molte volte di subire danni all’obelisco napoleonico da parte di chi non sopporta la figura del generale francese». Ceretta ringrazia l’associazione Adige Nostro per il tempestivo intervento e si congratula per il ricovero in un luogo sicuro della stele.

Oggi Rigodanzo andrà di nuovo sull’argine dell’Alpone per piantare un palo che ricordi il luogo esatto dove era issato il cippo. Nel caso in cui il monumento venga acquisito dal Museo di Arcole, sulla riva del torrente dovrà essere posto un segno fisso della sua presenza.

Paola Bosaro

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