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Roverchiara fa retromarcia Fusione bloccata

Il municipio di San Pietro di Morubio sede  dell’Unione Destra Adige
Il municipio di San Pietro di Morubio sede dell’Unione Destra Adige
Il municipio di San Pietro di Morubio sede  dell’Unione Destra Adige
Il municipio di San Pietro di Morubio sede dell’Unione Destra Adige

Fabio Tomelleri Battuta d'arresto per l’annunciata fusione tra i Comuni di Isola Rizza, San Pietro di Morubio e Roverchiara. Contrariamente a quanto stabilito la scorsa primavera dai consigli comunali dei tre paesi, consorziati dal 2000 nell'Unione Destra Adige, le rispettive amministrazioni municipali non hanno infatti spedito in Regione, entro il termine fissato dello scorso 30 ottobre, lo studio di fattibilità volto a creare un unico municipio da oltre novemila abitanti. Rinviando, così, di almeno sei mesi, se non addirittura di un anno, ogni decisione sulla nuova entità amministrativa. E rinunciando, inoltre, al contributo di Venezia, che avrebbe consentito di coprire buona parte dei 15mila euro sborsati dai tre enti per la stesura, da parte della società Anci Sa, dell'indagine «pro-accorpamento». Il Comune di Roverchiara, il cui sindaco, Loreta Isolani, è pure presidente della Destra Adige, ha infatti chiesto agli altri due municipi di sospendere l'iter della pratica. Tutto ciò, alla vigilia del sondaggio preventivo con cui i cittadini dei tre paesi, a campione, dovevano venire interpellati sull'eventuale fusione. Le perplessità, manifestate dal primo cittadino roverchiarese ai colleghi di Isola e San Pietro, riguardano gli effettivi vantaggi di carattere finanziario ed economico che deriverebbero alle tre località dalla creazione del «Supercomune». «Non è una questione di campanilismo», evidenzia Isolani, «bensì si tratta di valutare l'operazione in tutti i suoi dettagli, visto che il processo di fusione, una volta innescato, è irreversibile. Per Roverchiara susstono dubbi che vogliamo chiarire, anche a beneficio dei nostri cittadini e delle associazioni del paese». «Difatti», prosegue il sindaco, «l'operazione non sarà tutta rose e fiori. Ad esempio, non è certo, come ci è stato prospettato, che la creazione del nuovo ente comporterà in automatico un finanziamento straordinario di 10 milioni in dieci anni per i nostri tre centri. Oltretutto, questi fondi si prosciugherebbero subito se si decidesse, ipoteticamente, di investirli in un'unica opera, come una scuola, anziché impiegarli in interventi nei singoli paesi». Isolani non chiude però la porta al processo di fusione. «Vogliamo solamente giudicare lo studio di fattibilità con più calma», continua il sindaco, «perché correre può portarci a degli errori di cui poi ci pentiremo». Corrado Vincenzi, sindaco di San Pietro di Morubio, non nasconde il suo rammarico per l'arenarsi di un progetto di cui è stato fervido sostenitore. «Lo studio di fattibilità», precisa il primo cittadino morubiano, «verrà ad ogni modo portato a termine, anche se privo della parte relativa al sondaggio tra la popolazione. Inoltre, non sarà inviato, come previsto, alla Regione per la valutazione, ma lo terremo per il momento nei nostri archivi». Quindi, rimarca: «Dopo aver constatato che non c'erano più le condizioni per avviare il processo di accorpamento in tempi brevi, di comune accordo abbiamo deciso di sospendere il progetto. Auspico, tuttavia, che nel giro di un anno si arrivi ad una verifica completa, da parte dei tre enti, dell'iniziativa messa a punto, che mantiene una sua validità». Silvano Boninsegna, sindaco di Isola Rizza, nell'ultimo consiglio comunale, incalzato dalla minoranza su quest'argomento, ha puntualizzato: «La fusione si è per il momento bloccata perché uno dei tre Comuni ha tirato i remi in barca. E di certo non siamo stati noi». Dal canto suo, Elisa Strazzer, consigliere di minoranza di «Isola Rizza Insieme», ha protestato: «Poiché tutti e tre i Comuni avevano firmato, nei mesi scorsi, la convenzione per la consegna a Venezia dello studio di fattibilità entro lo scorso 30 ottobre, allo scopo di usufruire dei relativi finanziamenti, l'amministrazione che ha sollecitato lo stop dovrebbe ora farsi carico pure delle spese progettuali sostenute dagli altri due enti». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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