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Risolto il «mistero»
della stele scomparsa

Il cippo ritrovato  in un rustico adiacente al campo in cui si trovava
Il cippo ritrovato in un rustico adiacente al campo in cui si trovava
Il cippo ritrovato  in un rustico adiacente al campo in cui si trovava
Il cippo ritrovato in un rustico adiacente al campo in cui si trovava

Il mistero del cippo scomparso. Potrebbe essere sintetizzata così la strana vicenda che nelle valli di Villa Bartolomea è sorta attorno al cippo dedicato a Bruno Lanza: il partigiano legnaghese, ucciso a soli 21 anni dai nazifascisti il 25 novembre 1944 in uno scontro a fuoco. La stele, che almeno fino ad un anno fa si trovava dove è sempre stata - al limite di un campo che costeggia una strada in località Franzine Nuove, frazione di San Zeno in Valle, nel luogo esatto in cui Lanza venne rincorso e freddato dai nazifascisti - era infatti scomparsa. O così almeno sembrava fino a qualche giorno fa. L’ultimo «avvistamento» del cippo, che sotto il nome di Lanza riporta la scritta «caduto per la libertà della patria» con la data del 20 novembre 1944 anzichè del 25, avvalorata anche dallo storico Federico Melotto, risale, come dimostra un rilevamento di Google Maps, ai primi di novembre del 2015.

Due mesi fa, però, Gabrielle Marchesini, del locale gruppo alpini ed appassionato di fotografia, passeggiando tra le Valli in sella alla sua bici si è accorto che della stele non c’era più traccia. «Non riuscivo a capire cosa fosse accaduto», confida Marchesini, «ma un fatto è certo: quel cippo l’avevo fotografato nell’ottobre del 2008 ed il 5 novembre 2015 era ancora al suo posto. Ho pensato perciò di inserire le foto su Facebook segnalando il fatto». Fino a che, inaspettata, è arrivata la notizia tanto attesa. Severino Calzolari, il proprietario del terreno dove era ubicata la stele, si è messo infatti in contatto con Marchesini rassicurandolo che non era affatto scomparsa. «Si trova», riferisce l’alpino, «in un rustico adiacente al campo dei Calzolari, sempre in località Franzine. È stata solo spostata momentaneamente per pulire e rifare i fossati». Da chi, però, la stele sia stata rimossa non si sa, visto che nessuno si sbilancia in merito. Intanto il consigliere di minoranza Andrea Tuzza si è fatto portavoce di Calzolari inviando una lettera al sindaco Luca Bersan nella quale l’agricoltore si dice «disposto a ricollocare il cippo, previo accordo con il Comune, nella sua proprietà».

«Dispiace però», conclude Tuzza, «che per decenni nessuno o quasi si sia interessato della sua sorte». «Né io, né alcun altro componente dell’amministrazione», sbotta Bersan, «siamo stati informati prima di questa strana sparizione ed improvvisa ricomparsa della stele. Come trovo singolare che qualcuno si ricordi di questo cippo solo ora, quasi alla fine del mio secondo mandato». E.P.

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