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Regionale 10, i privati mollano Venezia: «Ci pensiamo noi»

Un tratto a Legnago della trafficatissima Regionale 10: i Comuni attendevano la creazione della variante
Un tratto a Legnago della trafficatissima Regionale 10: i Comuni attendevano la creazione della variante
Un tratto a Legnago della trafficatissima Regionale 10: i Comuni attendevano la creazione della variante
Un tratto a Legnago della trafficatissima Regionale 10: i Comuni attendevano la creazione della variante

Luca Fiorin L’autostrada delle Basse, ovvero la nuova Regionale 10, non si farà più. A dare questa notizia è stato, in un incontro con gli amministratori del padovano svoltosi questa settimana ad Este, l’assessore regionale ai Lavori pubblici Elisa De Berti. L’esponente della giunta Zaia, dando la notizia, ha confermato, di fatto, ciò che era nell’aria da tempo, ovvero che la strada a pedaggio che era stata pensata per unire il Basso Veronese, partendo da Legnago, con il Basso Padovano, arrivando a Monselice, entra a pieno titolo nell’elenco dei progetti irrealizzati. Un passaggio, questo, che potrebbe però essere il preludio ad un nuovo rilancio dell’arteria. Adesso, infatti, si sta parlando della possibilità che la strada venga realizzata lo stesso, su iniziativa regionale, e che addirittura essa divenga a libero passaggio. Partiamo, però, dai dati di fatto. Secondo quanto riferito dai presenti all’incontro di Este, l’assessore De Berti ha infatti detto senza mezzi termini che il progetto di finanza è definitivamente tramontato, a causa di una mancata intesa, sui suoi aspetti economici, con i rappresentanti dell’associazione temporanea di imprese che era stata costituita proprio per realizzare quest’opera viaria. Si parla cioé di privati i quali non hanno accettato le proposte regionali, chiedendo a Venezia di accollarsi alcune spese, come quella, ad esempio, della stesura del progetto definitivo. Se su questo punto la risposta della Regione è stata un no deciso, va anche detto che a pesare sarebbero state anche difficoltà ad accedere a finanziamenti bancari e a prevedere con precisione i rientri derivanti dal pagamento dei pedaggi. Sulla scorta di tutto questo, si è quindi arrivati al ritiro della concessione per la realizzazione e la gestione dell’autostrada. Un fatto che significa la fine, dopo molti anni, di un progetto di viabilità voluto dalle amministrazioni locali ma che di fatto non ha mai preso il volo. La nuova Regionale 10 è stata realizzata per un primo tratto – quello, tutto padovano, che va da Monselice a Carceri, che è lungo 10 chilometri – ma il cantiere è fermo dal 2007. Mancano infatti 25 chilometri del progetto originario, che interesserebbe per 5 chilometri il Basso veronese. In particolare i Comuni di Bevilacqua, Minerbe e Legnago, località, quest’ultima, in cui proprio in previsione della nuova arteria sono già state create una bretella di collegamento con la Transpolesana ed una variante a San Vito. A fronte dell’abbandono del project financing, che prevedeva un investimento di oltre 283 milioni di euro, c’è però la prospettiva che comunque la strada, anche se in forma diversa, venga portata avanti. In risposta alle richieste degli amministratori padovani, infatti, l’assessore De Berti non ha detto no all’ipotesi che vorrebbe la Regione parte attiva nella realizzazione della strada, con il coinvolgimento di Veneto Strade. L’idea è quella di arrivare alla costruzione, anche per stralci, di un’arteria a due corsie - e non a pedaggio - che, sempre secondo gli amministratori presenti all’incontro di Este, dovrebbe arrivare alla progettazione definitiva nel 2018, in modo da passare poi, entro il 2020, all’apertura dei cantieri. •

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