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Rapporto Pfas Colesterolo fuori norma

L’assessore Luca Coletto
L’assessore Luca Coletto
L’assessore Luca Coletto
L’assessore Luca Coletto

Sono 17.605 le persone coinvolte, nelle province di Verona, Vicenza e Padova, nel Piano di sorveglianza sanitaria attivato dalla Direzione prevenzione dell’area Sanità e sociale della Regione in relazione all’inquinamento da Pfas. E per 13.856 di queste sono già disponibili tutti gli esiti. È il colesterolo il parametro con più valori fuori norma e tale percentuale aumenta all’aumentare dell’età. Con tutte le conseguenze cardiovascolari. I cittadini già invitati sul totale delle persone da invitare sono il 39,8%; quelli che hanno aderito alla chiamata e si sono presentati alla visita sono il 60%. Al 27 giugno scorso sono 7.716 le persone alle quali è stato indicato di iniziare un percorso di approfondimento (di secondo livello) prenotando una visita in ambulatorio internistico e cardiovascolare. Di questi, 750 si sono presentati per la visita internistica e 1.079 per quella cardiologica. Sono numeri snocciolati dal sesto Rapporto sull’andamento del Piano di sorveglianza sanitaria sulla popolazione esposta a PfaS, diffuso dalla Direzione Prevenzione della Regione che, in collaborazione con le Ulss e le strutture sanitarie interessate e messe gratuitamente a disposizione degli abitanti nei Comuni, suddivisi in Area Rossa A (nella quale rientrano Cologna Veneta, Pressana, Roveredo di Guà e Zimella) e Area Rossa B, sta proseguendo nell’attuazione del piano per la salute di chi è esposto all’inquinamento. L’Area Rossa A comprende i Comuni serviti da acquedotti inquinati prima dell’applicazione dei filtri e localizzati sopra il plume di contaminazione della falda sotterranea. Si tratta, oltre ai quattro comuni veronesi citati, di Alonte, Asigliano, Brendola, Lonigo, Montagnana, Noventa Vicentina, Pojana Maggiore, Sarego e Orgiano. L’Area Rossa B comprende i Comuni serviti da acquedotti inquinati prima dell’applicazione dei filtri ma esterni al plume di contaminazione della falda sotterranea. Nel Veronese si tratta di Albaredo d’Adige, Arcole, Bevilacqua, Bonavigo, Boschi Sant’Anna, Legnago, Minerbe, Terrazzo e Veronella; poi ci sono Agugliaro (interessato in parte), Borgo Veneto (in parte), Casale di Scodosia (in parte), Lozzo Atestino (in parte), Megliadino San Vitale (in parte), Merlara (interessato in parte), Urbana e Val Liona (in parte). «Come si evince dalla massa di dati raccolti ed elaborati nel bollettino e dal numero di persone già coinvolte dalle verifiche sanitarie», dice l’assessore alla sanità Luca Coletto, «la Regione, i suoi tecnici, i suoi sanitari, stanno portando avanti un progetto straordinario doveroso per la salute della gente, immenso per la salute pubblica, che costa fatica e denaro». I tecnici regionali stanno monitorando le concentrazioni sieriche di 12 sostanze Pfas. Sinora si è notato che sono quattro i composti rinvenuti in più del 50% della popolazione monitorata: si tratta di Pfoa, Pfos, Pfhxs e Pfna. Ciò che peraltro risalta è una netta crescita lineare delle concentrazioni del siero con il passare del tempo trascorso nell’area identificata. I residenti nell’Area Rossa A presentano concentrazioni sieriche di Pfoa, Pfos e Pfhxs più elevate dei residenti nell’Area Rossa B. Più in dettaglio, le concentrazioni mediane di Pfoa e Pfhxs nell’Area Rossa A risultano quasi doppie rispetto a quelle dell’Area Rossa B. Più contenuta la differenza per quanto riguarda il Pfos. Le femmine presentano concentrazioni sieriche inferiori rispetto ai maschi. I dati, inoltre, confermano i criteri di classificazione delle Aree rosse A e B, con valori maggiori nell’Area A per chi consumava ortaggi irrigati con acqua di pozzo rispetto all’Area B dove l’inquinamento aveva coinvolto la sola rete acquedottistica (messa in sicurezza con i filtri). Tali analisi sono in fase di approfondimento. La convocazione per i controlli della popolazione target è iniziata a dicembre 2016 e procede secondo un ordine di età anagrafica crescente. Il protocollo di sorveglianza include un’intervista per individuare abitudini di vita non salutari e fornire informazioni e consigli su come proteggere la propria salute; la misurazione della pressione; esami del sangue e delle urine per valutare lo stato di salute di fegato, reni e tiroide, e l’eventuale presenza di alterazioni del metabolismo dei grassi e degli zuccheri; il dosaggio di dodici sostanze Pfs nel siero; l’invio agli ambulatori di secondo livello per la presa in carico dei soggetti con valori alterati e Pfas nel sangue. •

Luca Fiorin

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