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Picchia sua moglie
e spaventa i figli
Arrestato un 40enne

Umiliazioni, minacce, insulti e continui litigi che sfociavano sempre più di frequente nella violenza, con un repertorio di pugni, calci e sberle diventato ormai un incubo. Tanto che in più di un’occasione era finita al Pronto soccorso per farsi medicare. Una vita d’inferno, insomma, quella di una 40enne di origine marocchina, picchiata e maltrattata a lungo dal marito di sei anni più giovane. Il quale, complice il vizio dell’alcol, non ha esitato in diverse occasioni a metterle le mano addosso. Ma lei ha sopportato a lungo in silenzio, probabilmente per amore dei loro due figli ancora in tenera età, nati rispettivamente nel 2011 e nel 2014.

Fintantochè, lo scorso settembre, non ce l’ha più fatta a reggere quella trafila di vessazioni e botte da orbi, che le ferivano l’anima oltre che il corpo. E così si è rivolta ai carabinieri della stazione di Ronco all’Adige e l’ha denunciato mettendo fine ad una situazione terribile che si trascinava da tempo in un altro piccolo centro della Bassa veronese (omettiamo il nome a tutela dei due minori ndr). Non solo in casa, dalla quale M.K., 34 anni, era stato già allontanato, ma anche per strada, almeno stando alla denuncia della donna.

Quindi, lo scorso 22 settembre, il Tribunale di Verona aveva emesso nei confronti dell’uomo, accusato di maltrattamenti, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Tuttavia, il provvedimento era rimasto lettera morta in quanto M.K. risultava irreperibile visto che aveva lasciato l’Italia ed era ritornato in Marocco. Ma gli uomini del capitano Lucio De Angelis hanno continuato a tenere la situazione sotto controllo per proteggere la signora, spaventata a morte per le aggressioni subite, e i suoi bambini. Facendo in modo che il 34enne, nel caso fosse rientrato dalla madrepatria, si avvicinasse alla sua famiglia. E così è stato. L’altro giorno, non appena è sbarcato dal Marocco, l’uomo è stato infatti arrestato dai militari del maresciallo capo Michele Riefoli, che hanno trasferito nella casa circondariale di Montorio.

Stefano Nicoli

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