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Piantagione di cannabis, choc in paese

La piantagione di cannabis scoperta in paese dai finanzieri
La piantagione di cannabis scoperta in paese dai finanzieri
La piantagione di cannabis scoperta in paese dai finanzieri
La piantagione di cannabis scoperta in paese dai finanzieri

La notizia dell’arresto di Davide Quinzan, l’artigiano 49enne di Boschi Sant’Anna condotto in carcere giovedì mattina con le accuse di produzione e detenzione illecita di sostanza stupefacente, ha avuto in paese l’effetto di una bomba. «Un uomo tranquillo, sempre gentile, che non si faceva vedere molto in giro», lo descrivono i residenti. Una brava persona, insomma, che al massimo si concedeva qualche uscita al bar. Certo, qualche problema in famiglia ed alcuni precedenti c’erano, ma non facevano di certo pensare che nel suo campo, in via Casette, poco lontano dal centro di Boschi San Marco, si trovasse una vera e propria piantagione di cannabis: 123 piante, alte circa due metri e mezzo e dal peso stimato di 860 chili. Secondo la Guardia di Finanza di Verona, che ha condotto l’operazione antidroga in collaborazione con quella di Venezia, una volta immessa sul mercato l’hashish e la marijuana provenienti dalle piante avrebbero fruttato circa 3,5 milioni di euro.

Ed è stata proprio la sua riservatezza che ha permesso a Quinzan di nascondere e gestire molto bene la particolare coltivazione. Tanto che neppure i vicini si erano accorti di nulla. «L’area era ben protetta da alberi e, sia attraverso i campi sia passando davanti a casa, non si era mai notato nulla», riferisce Alessia Martina Nalin, vicesindaco di Boschi, che abita poco lontano dall’abitazione di Quinzan. «Mercoledì, quando abbiamo visto tutto questo movimento delle forze dell’ordine, tra auto a sirene spiegate ed elicottero, ci siamo resi conto che era successo qualcosa di grave». Il primo pensiero corso in paese è che l’uomo si fosse messo nei guai con le armi che usava per la caccia. Solo a notte fonda, quando l’intera piantagione era stata rasa al suolo, si è saputa la verità. Al momento dell’arresto, Quinzan ha dichiarato di non aver coltivato quelle piante per fumarle, spacciarle o guadagnarci. Essendo un cacciatore, la cannabis gli serviva per attirare ed intrappolare gli uccelli, che poi avrebbe aggiunto alla sua «collezione» di richiami vivi, regolarmente denunciati. Ora, il 49enne, che resterà in carcere fino al processo fissato in ottobre, rischia una pena da 6 a 20 anni di reclusione ed una multa da 26mila a 260mila euro.

«Ho saputo dell’operazione dalla Guardia di Finanza, ma non conosco personalmente Quinzan», commenta il sindaco Vincenzino Passarin. «Mi dispiace molto per questo nuovo episodio criminoso, che si aggiunge ad una serie di altri atti che di recente hanno messo in cattiva luce il paese», aggiunge il primo cittadino riferendosi alla rissa avvenuta lo scorso fine luglio durante l’Afroraduno alla sagra paesana. L.B.

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