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Pfas, scattano i sequestri È scontro Regione-Stato

La recente protesta dei comitati contro gli Pfas a Venezia
La recente protesta dei comitati contro gli Pfas a Venezia
La recente protesta dei comitati contro gli Pfas a Venezia
La recente protesta dei comitati contro gli Pfas a Venezia

Luca Fiorin Agenti del Nas, il Nucleo antisofisticazioni dei carabinieri, ieri sono arrivati in Regione, mandati dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin, per sequestrare i documenti relativi all’uso della plasmaferesi e dello scambio plasmatico per togliere i Pfas dal sangue delle persone. Anzi, per essere precisi, dei residenti nell’area esposta ad una contaminazione ambientale da sostanze perfluoro-alchiliche che, secondo quanto afferma il direttore generale della Sanità regionale, Domenico Mantoan, «si è trasferita, a vari livelli, nell’organismo di 100mila cittadini». La notizia dei sequestri è arrivata ieri mattina a Padova, a conclusione di una conferenza stampa che la Sanità regionale aveva organizzato proprio per rendere pubblici i dati relativi ai primi due mesi di applicazione delle due tecniche di depurazione del sangue. Una notizia che non può che essere letta come conseguente alla stroncatura delle misure attivate dal Veneto, che lo stesso ministro Lorenzin aveva evidenziato mercoledì, rispondendo a un’interrogazione alla Camera. «I carabinieri del Nas sono a Venezia dove stanno sequestrando la documentazione che, comunque, noi avremmo inoltrato al ministero», ha detto Mantoan. Un annuncio certo clamoroso, il suo, anticipato da un’altra affermazione rilevante: «In attesa che il ministro Lorenzin ci invii la documentazione scientifica in base alla quale ritiene che la plasmaferesi faccia male, cosa per la quale l’assessore Coletto sta presentando una richiesta formale, abbiamo sospeso la prosecuzione delle attività», aveva infatti detto il dirigente. Ad una domanda provocatoria in merito al fatto che le iniziative del ministro costituiscano un’azione mirata contro la Regione, Mantoan se l’è cavata con un evasivo, ma non troppo, «verrebbe da pensarlo». D’altro canto, lo stesso Mantoan non ha mancato di ritornare più volte sulle posizioni espresse dalla Lorenzin, che ha definito la plasmaferesi come metodo per ridurre i Pfas «non consigliabile in base alle evidenze scientifiche», così come dal presidente dell’Istituto superiore di Sanità Gualtiero Ricciardi, che a sua volta aveva espresso pesanti perplessità. «Ognuno è libero di dire ciò che vuole, ma su temi scientifici non ci si confronta con risposte in parlamento e comunicati stampa bensì valutando le prove», ha aggiunto Mantoan. «Noi siamo gli unici ad aver pensato a come agire per eliminare queste sostanze tossiche, che sono sicuramente degli interferenti endocrini, dal sangue delle persone e lo abbiamo fatto basandoci sulla letteratura e le linee guida internazionali esistenti», ha precisato Mantoan, aggiungendo che mentre con l’Istituto superiore di sanità c’è un rapporto continuo, che però non ha evidentemente portato ad approfondimenti sull’uso della plasmaferesi, con il ministero la collaborazione è stata sinora pressoché nulla. «Comunque per la presa in carico sanitaria della popolazione, comprendente anche la plasmaferesi, dal Ministero sono recentemente arrivati due milioni di euro», ha poi detto Mantoan. La dirigente del Servizio prevenzione, Francesca Russo, ha sottolineato il fatto che la plasmaferesi e lo scambio plasmatico stanno dimostrando di avere effetti positivi anche dopo il loro termine, visto che il livello di Pfas nel sangue si mantiene basso nonostante venga rilasciato dai tessuti nei quali si accumula, preannunciando la pubblicazione di un bando da parte della Regione per una ricerca proprio su questi specifici aspetti, nuovi biomonitoraggi ed uno studio epidemiologico nella zona rossa. Inevitabili i commenti politici sulle vicende di ieri. Manuel Brusco, consigliere grillino che presiede la commissione regionale d’inchiesta sui Pfas, parla di «situazione incredibile», visto che «i veneti sono presi in mezzo fra un Governo ridicolo ed una Regione che non sa dare risposte chiare». Per i consiglieri di area democratica Cristina Guarda ed Andrea Zanoni «la sospensione della plasmaferesi è un dietrofront che dimostra la sconsideratezza delle procedure adottate dalla Regione». Il senatore Udc Antonio De Poli, invece, chiede che «finisca il ping pong fra istituzioni sulla pelle dei cittadini». •

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