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Occupa la casa, maltratta e «marchia» a fuoco l’ospite

I carabinieri conducono l’arrestato in carcere
I carabinieri conducono l’arrestato in carcere
I carabinieri conducono l’arrestato in carcere
I carabinieri conducono l’arrestato in carcere

Sul profilo di Facebook aveva postato la foto di colui che per mesi ha considerato una sorta di domestico. Lo ha vessato, maltrattato, minacciato e ferito. Gli ha occupato la casa e lo ha obbligato a servirlo come se fosse un maggiordomo. Manolo Florani aveva addirittura ordinato al nipote di controllare il giovane originario del Brasile, titolare dell’appartamento nel quale il quarantenne di Legnago si era introdotto. E dal quale non aveva nessuna intenzione di andarsene. Una situazione drammatica, aggravata dalla paura e dal timore di ritorsioni, perché Floriani aveva detto al suo «ospite» che se non avesse fatto tutto ciò che chiedeva avrebbe ucciso i suoi genitori. Mentre i carabinieri di Legnago lo stavano portando in carcere, perchè il giovane era riuscito a scappare e lo aveva denunciato, ha lanciato una sorta di maledizione al luogotenente Mauro Tenani e minacciato: «tanto non mi piegate, quando esco dal carcere vedi come si incendiano le vostre macchine, non mi fate nessuna paura, ho un cognome importante io». Nove i capi di imputazione, tra cui oltre alle minacce ci sono la tentata estorsione, le lesioni (tutti reati aggravati) e la detenzione di stupefacente e l’indagato dopo la convalida è rimasto in carcere. Nel corso dell’interrogatorio (il quarantenne è difeso dall’avvocato Simone Bergamini) ha cercato di ridimensionare sia l’ospitalità sia il comportamento. Ma il gip Luciano Gorra ha ritenuto che i gravi indizi «sono sussistenti e si desumono dal lucido e dettagliato racconto reso dalla persona offesa, confermato da quanto direttamente constatato dagli operanti in occasione dell’intervento e dai certificati medici relativi a cicatrici e ustioni a carico del denunciante». LA VIOLENZA QUOTIDIANA. Nell’ordinanza che convalida l’arresto e dispone la custodia cautelare in carcere per Floriani, il gip ricostruisce il periodo di ospitalità forzata. «Si era introdotto a forza nella sua abitazione, lo aveva minacciato che se non lo avesse ospitato lo avrebbe ucciso e ucciso i suoi genitori ed aveva imposto una convivenza forzata caratterizzata da frequenti intimidazioni e soprusi». Ha descritto il ricorso quotidiano alla violenza con la quale l’indagato otteneva «obbedienza». Con calci, pugni ed facendo con i pollici pressione sugli occhi. Lo aveva offeso, lo aveva molestato con continue insinuazioni e umiliazioni, gli aveva fatto richieste di natura sessuale «realizzando in definitiva», scrive il gip, «una serie di condotte accomunate dall’intento di imporre la propria ingombrante presenza nell’appartamento condotto dal giovane brasiliano, senza partecipare alle spese per il canone e le utenze». Lo aveva costretto a fare le pulizie, a fargli da autista, lo aveva privato della libertà di movimento e lo faceva controllare dal nipote. Un regime intollerabile di vita, sottolinea il magistrato, e in più gli aveva detto che se fosse finito in carcere il giovane lo avrebbe seguito. Le prevaricazioni e le sevizie: con un coltello gli aveva inciso una «L» sulla mano destra perchè non aveva stirato bene una camicia e gli aveva marchiato con il ferro da stiro l’avambraccio. Poi lo aveva minacciato «che la prossima volta gli avrebbe sfregiato l’intero braccio con il ferro da stiro e inciso ”luamaro” (letamaio) sulla mano». Sempre con il coltello. LA DROGA. Oltre ad imporre la presenza sua e del nipote e ad aver cambiato la serratura della porta per «appropriarsi» della casa in occasione dell’arresto i carabinieri hanno trovato nel garage dell’abitazione «occupata manu militari dal Floriani» 492 grammi di hashish diviso in cinque tavolette e nella sua camera da letto hanno trovato il bilancino oltre a elenchi di nominativi e cifre, probabilmente gli acquirenti della droga. Quella stanza al secondo piano era diventata «sua», il giovane era stato costretto a vivere al primo piano. Quando si era rifiutato di accompagnarlo a comprare cocaina Floriani lo aveva colpito al costato con un calcio, gli aveva detto che gli avrebbe scarnificato la faccia e strappato gli occhi se non si fosse fatto consegnare 400 euro dai genitori. Il giovane però è riuscito a denunciare l’usurpatore violento. Che aveva già cambiato la serratura. E per entrare sono stati chiamati i pompieri. •

F.M.

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