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Nozze e unioni civili Ora c’è il regolamento

Il castello di Bevilacqua dove vengono celebrati molti matrimoni
Il castello di Bevilacqua dove vengono celebrati molti matrimoni
Il castello di Bevilacqua dove vengono celebrati molti matrimoni
Il castello di Bevilacqua dove vengono celebrati molti matrimoni

La legge Cirinnà è in vigore da qualche anno e ora anche il Comune di Bevilacqua ha deciso di recepirla, mettendola nero su bianco nonostante le proteste dell'opposizione. Nell'ultimo consiglio comunale, infatti, è stato approvato il regolamento dei matrimoni e delle unioni civili da celebrare nel territorio comunale: un documento che mancava e più che mai necessario. «Negli ultimi tempi sono in aumento le richieste di persone, anche straniere, che intendono celebrare il proprio matrimonio o ufficializzare la propria unione a Bevilacqua», ha spiegato il sindaco Fosca Falamischia. «Questo chi ha obbligato a stilare il regolamento, redatto da un'apposita commissione, dove sono segnati giorni, orari e tariffe». L'aumento delle richieste è dovuto al fatto che, a partire dal 2013, è stato istituito un ufficio separato di Stato civile al castello. Quindi, dal 2014, oltre che in sala consiliare, si possono celebrare matrimoni civili anche nel trecentesco maniero, precisamente nella sala rossa, nella sala degli scudi e nel giardino pensile. Nel 2016, inoltre, è entrata in vigore la legge 76, che ha riformato il diritto di famiglia e introdotto le unioni civili per le coppie dello stesso sesso oltre alla possibilità per le coppie conviventi, indipendentemente dal sesso dei loro componenti, di regolare gli effetti patrimoniali della loro convivenza. Una normativa che ha obbligato a rivedere i regolamenti dei matrimoni comunali, nonché sollevato il dissenso di alcuni sindaci. Contrarietà espressa in Consiglio anche da Nicola Scapini, capogruppo di opposizione della Lega Nord. «Con questo documento andiamo a regolamentare le unioni civili di determinati soggetti», ha commentato Scapini. «Ribadisco che l'unione è solo tra uomo e donna e, per questo motivo, voterò contro al regolamento». «Dobbiamo rispettare un obbligo di legge», ha replicato il vicesindaco Paola Gonzato, mentre il consigliere di maggioranza Marco Spiazzi ha fatto presente che «in commissione c'era anche il consigliere di minoranza Luca Falamischia, che non ha sollevato obiezioni in merito». Le richieste dovranno pervenire almeno 60 giorni prima della data fissata, mentre le tariffe variano dai 600 euro fino ai 1500. Il rito sarà gratuito se entrambi gli sposi, o uno solo, risiedano in paese. •

Laura Bronzato

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