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LO “SCRICCIOLO“ DI NATALE

Nata prematura
e viva per miracolo,
festeggia un anno

La piccola Amanda, un anno, con la madre Vanna DIENNE FOTO
La piccola Amanda, un anno, con la madre Vanna DIENNE FOTO
Il primo compleanno di Amanda (Dienne)

Era esattamente il 25 dicembre del 2014 quando, a Villa, si intravvide quello che, un anno esatto dopo, si è rivelato un miracolo. Il piccolo grande prodigio si chiama Amanda, una bellissima bambina che oggi ha, appunto, un anno, ma è venuta al mondo quando la gestazione era solo a 26 settimane e 4 giorni. Il parto prematuro però è solo l’inizio di una storia medica, ma soprattutto umana, travagliata, che ha accompagnato mamma Vanna Pironato poco dopo che ha scoperto di essere incinta.

A 13 settimane e 3 giorni, la donna purtroppo subì la rottura della placenta e la conseguente perdita del liquido amniotico. Un caso disperato: i medici avevano già prospettato alla donna l’interruzione della gravidanza come unica soluzione possibile. Era impensabile che il feto potesse svilupparsi regolarmente senza liquido amniotico e che una volta nato potesse sopravvivere. Ma la forza di volontà di mamma Vanna, il supporto di papà Alberto Tagliaferro e del fratellino Enrico, 4 anni e mezzo, uniti alla bravura dei medici, hanno fatto in modo che, dopo un anno, si possa dire che la vita di Amanda è frutto di una specie di miracolo.

«Alla rottura della membrana», racconta Pironato, «seguì la corsa all’ospedale di Legnago, dove lavoro come infermiera. Mi dissero che le speranze di sopravvivenza del bambino erano pochissime. C’era una minima possibilità che la membrana si rimarginasse da sola, altrimenti il cuore del feto avrebbe smesso di battere». Pianti, controlli quasi giornalieri, ma soprattutto la voglia di combattere e non arrendersi, hanno portato questa mamma a cercare informazioni on line. Così, grazie all’associazione «Quercia millenaria», la donna si è messa in contatto con il professor Giuseppe Noia, specialista in Ostetricia al Policlinico Gemelli di Roma. «Il professore ha eseguito l’amnioinfusione», spiega la signora, «che consiste nell’inserimento di soluzione fisiologica nel sacco amniotico al posto del naturale liquido in cui cresce il bambino e ciò ha permesso ai polmoni di svilupparsi». Farsi seguire a Roma, però, era difficoltoso e così la mamma è passata alle cure dell’ospedale «San Gerardo» di Monza, seguita dalla dottoressa Patrizia Vergani.

Tra la 19esima e la 20esima settimana, mamma Vanna si è sottoposta a due amnioinfusioni, la prima con buoni risultati, la seconda con perdite importanti: di qui la decisione di interrompere il trattamento. Nel frattempo però Amanda, con grande stupore degli esperti, continuava a crescere. Alla 23esima settimana un allarme: Pironato venne ricoverata all’ospedale di Borgo Roma perché Amanda sembrava potesse star per nascere. Poi, proprio la notte di Natale, a 26 settimane e 4 giorni, è partito il travaglio e stavolta Amanda è nata. Era uno scricciolo di appena 865 grammi, peso compatibile con le settimane di gestazione, ma persino i medici che assistettero al parto dubitavano che la bimba potesse farcela. Così la neonata fu subito intubata, al reparto di Patologia e Terapia intensiva neonatale, dal medico Simone Rugolotto: la piccina fu messa in incubatrice.

Da quel giorno, il cammino della crescita è stato per fortuna senza arresti: il 27 marzo la piccina è stata trasferita al Mater Salutis, alle cure di Federico Zaglia, primario di Patologia neonatale e l’11 aprile si è potuto finalmente mandarla a casa.

«Nessuno ci credeva», dice Pironato, «ancora oggi Amanda è seguita con attenzione dalla sua pediatra e da altri medici, facciamo molti controlli, ma tutto sta andando per il meglio e mia figlia oggi gattona».

Sul fatto che si tratti di un miracolo la mamma non ha dubbi. «Pregammo al santuario di Brescia, dedicato a Papa Montini: ci torneremo per ringraziarlo.

Non è un caso che la mia piccina sia nata lo stesso giorno del bambino Gesù e si sia salvata».

Francesco Scuderi

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