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Nascondeva sul tetto di casa
3,6 chili di hashish: arrestato

Il cane antidroga Falko mentre ispeziona il tetto dell’abitazioneI carabinieri con l’hashish rinvenuta sul tetto dell’abitazione DIENNE
Il cane antidroga Falko mentre ispeziona il tetto dell’abitazioneI carabinieri con l’hashish rinvenuta sul tetto dell’abitazione DIENNE
Il cane antidroga Falko mentre ispeziona il tetto dell’abitazioneI carabinieri con l’hashish rinvenuta sul tetto dell’abitazione DIENNE
Il cane antidroga Falko mentre ispeziona il tetto dell’abitazioneI carabinieri con l’hashish rinvenuta sul tetto dell’abitazione DIENNE

Per essere fumo era fumo. Ma quello scoperto dai carabinieri del Nucleo operativo e Radiomobile di Legnago, attorno ai camini di una vecchia casa a schiera alla periferia di Bonavigo, non si sarebbe dissolto nell’aria. Ma era destinato ad essere immesso sul mercato della droga, dove avrebbe fruttato almeno 70mila euro. Mohammed Jabri, un cittadino marocchino di 41 anni, aveva infatti occultato tra le tegole dell’abitazione che divide con la moglie, in attesa di un figlio, la bellezza di 3,6 chili di hashish, già confezionati in pacchetti di varia pezzatura da smerciare, con tutta probabilità, a grossisti e spacciatori del Veronese e delle province limitrofe di Padova, Vicenza e Rovigo. Oltre che a tossicodipendenti della zona.

Un tetto, perciò, a dir poco stupefacente quello scoperchiato dagli uomini del capitano Lucio De Angelis grazie anche al fiuto infallibile di Falko, un labrador dell’unità cinofila dell’Arma di Torreglia (Padova) al suo ultimo giorno di servizio dopo otto anni di interventi antidroga a fianco dei militari di varie stazioni del Nord Italia. L’operazione, condotta dal luogotenente Mauro Tenani e dal maresciallo capo Roberto Zanoli, è scattata nelle prime ore di mercoledì scorso al termine di alcuni mesi di appostamenti e di un’intensa attività investigativa volta a contrastare il commercio e il consumo di droghe nella Bassa. I militari sono entrati in azione poco prima delle sette, quando Jabri, sospettato e monitorato da tempo in virtù dei suoi precedenti specifici, si trovava ancora a letto. Tuttavia, la perquisizione, eseguita nei due piani della casa e nelle pertinenze esterne, non ha dato alcun esito. I militari del Norm non hanno però gettato la spugna ed hanno deciso di approfondire i controlli incalzati da due elementi. Da un lato, il 41enne mostrava segni di nervosismo e, col passare dei minuti, appariva sempre più agitato. Dall’altro, Falko lanciava precisi segnali avendo «annusato» la presenza di droga nelle vicinanze.

Ed è stato a quel punto che i carabinieri si sono arrampicati sul tetto, dove si sono imbattuti nel nascondiglio scelto dal magrebino per occultare l’hashish. Una «cassaforte» originale ma soprattutto al riparo da occhi discreti. Tanto che gli involucri contenenti la droga, del peso variabile tra un etto e 500 grammi, non erano visibili né da via Giovanni XXIII, la strada sottostante, né dal cortile interno. La realtà ha superato comunque ogni previsione. Attorno al basamento di un camino collocato sul perimetro della copertura, i militari hanno recuperato infatti un sacchetto con i primi 600 grammi di sostanza stupefacente, suddivisi in varie porzioni marchiate con loghi differenti a certificare la loro diversa provenienza. Compresi due ovuli di olio di hashish con principio attivo concentrato. A quel punto, i carabinieri hanno proseguito l’ispezione facendo salire sul tetto - cosa niente affatto semplice anche per un animale addestrato come Falko - il labrador. Ed in corrispondenza della sommità, attorno al camino superiore, sono spuntati così gli altri tre chili di droga, che Jabri aveva celato raggiungendo il tetto con una sedia posata sopra un magazzino usato come bagno.

A conclusione dell’indagine coordinata dal sostituto procuratore Bianca Rinaldi, il 41enne è stato arrestato con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e trasferito nel carcere di Montorio, dove ieri si è svolta l’udienza di convalida. Il giudice Livia Magri ha confermato a carico del marocchino la custodia cautelare nella casa circondariale veronese. Con il sequestro operato a Bonavigo, l’Arma ha inferto un altro pesante colpo allo spaccio di droga nella Bassa. Altri 100 chili di hashish, gli uomini del capitano De Angelis li avevano recuperati nel 2015, tra le campagne di Bevilacqua e i porti di Genova e Livorno, con l’operazione «Mar-Kus».

Stefano Nicoli

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