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Muratore si barrica in casa, serata di

L’auto dei carabinieri di Legnago intervenuti a Minerbe
L’auto dei carabinieri di Legnago intervenuti a Minerbe
L’auto dei carabinieri di Legnago intervenuti a Minerbe
L’auto dei carabinieri di Legnago intervenuti a Minerbe

«Apro il gas e faccio saltare tutto in aria, state lontani altrimenti mi butto dalla finestra». E mentre ripeteva come un disco rotto i suoi folli propositi, con la minaccia di farla finita da un momento all’altro, è salito sul davanzale rimanendo in equilibrio per oltre mezz’ora a cinque metri d’altezza con un grosso coltello da cucina in pugno. Nel frattempo, i vigili del fuoco provvedevano a mettere al sicuro sua moglie e le loro due figliolette, che si erano rifugiate in camera da letto spaventate a morte dal finimondo scatenato in casa dal marito-padre trasformatosi in una furia incontrollabile. Sono stati momenti concitati quelli vissuti l’altra sera in via Ronchi, alla periferia di Minerbe. A.R., un operaio edile 44enne di origine marocchina, con precedenti di polizia, si è barricato in casa. E, complice qualche bicchiere di troppo, ha inscenato un quarantotto che ha fatto temere il peggio ai carabinieri della Compagnia di Legnago impegnati in una lunga e delicata trattativa con il muratore fuori di sé. Alla fine, i militari, coordinati dal capitano Lucio De Angelis giunto sul posto con le pattuglie della stazione locale e del Nucleo operativo e Radiomobile, l’hanno convinto a desistere dai suoi terribili intenti e a scendere a terra. Poi l’arrivo dell’ambulanza, su cui l’operaio edile è stato fatto salire a fatica, e il suo ricovero nel reparto di Psichiatria dell’ospedale «Mater salutis», mentre moglie e bambine hanno trovato ospitalità da alcuni parenti. Si è conclusa così senza risvolti drammatici una sequenza da brividi, che per oltre un’ora ha tenuto con il fiato sospeso, oltre ai familiari del 44enne, i soccorritori precipitatisi sotto l’appartamento situato al primo piano di un discount. Erano le 23.30 quando alla centrale operativa del 112 è arrivata la chiamata di una donna. La quale, in preda all’agitazione, reclamava l’intervento dei carabinieri poiché suo marito, alterato dall’alcol, dava in escandescenze. E lei, preoccupata che la situazione potesse improvvisamente degenerare in quel crescendo di urla e minacce, temeva per la sua incolumità. Ma soprattutto per quella delle loro figlie, entrambe con meno di 10 anni. A scatenare la reazione sopra le righe di A.R. sarebbe stata, stando ai primi riscontri, un’accecante gelosia nei confronti della moglie, una casalinga di 35 anni, che a suo dire lo avrebbe tradito con un altro straniero. Da lì ripetute scenate, che domenica sera sono sfociate in frangenti che hanno sfiorato il dramma. Ad evitarlo ci hanno pensato i militari che si sono radunati davanti all’abitazione, venendo investiti da una raffica di insulti dall’uomo che non voleva vedere nemmeno l’ombra di una divisa. Mentre il muratore in bilico sulla finestra mostrava un coltello con una lama di 30 centimetri e sfogava la sua collera calciando contro la parabola satellitare, i carabinieri hanno avviato una trattativa data nei primi minuti per persa. Fortunatamente, il capitano De Angelis e i suoi uomini, facendo leva su tutta la loro esperienza e sulla delicatezza richiesta in simili frangenti, dopo un dialogo in cui hanno continuato a rassicurarlo, si sono guadagnati la sua fiducia. E così, quando era ormai scesa la notte, il 44enne, che era stato intanto convinto a far uscire di casa sua moglie e le due bambine, è balzato giù dal davanzale ed è sceso in strada. Senza richiedere l’intervento di un negoziatore, specializzato in questi casi, che era già partito da Verona. La serata a dir poco movimentata non è finita tuttavia lì. A.R., infatti, non ne voleva proprio sapere di farsi accompagnare in ambulanza all’ospedale. E non si è calmato nemmeno quando è giunto al Pronto soccorso. Tanto da rendere necessario un Trattamento sanitario obbligatorio e il ricovero in Psichiatria. A carico del 44enne si profila una doppia denuncia per ubriachezza molesta e oltraggio a pubblico ufficiale. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Stefano Nicoli

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