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Muore commessa di 36 anni
Tre bambine senza mamma

L’ingresso della bara della commessa 36enne nella chiesa parrocchiale di Bonavigo DIENNEFOTOAntonella Nassi con le sue tre bambine in piazza Brà a Verona
L’ingresso della bara della commessa 36enne nella chiesa parrocchiale di Bonavigo DIENNEFOTOAntonella Nassi con le sue tre bambine in piazza Brà a Verona
L’ingresso della bara della commessa 36enne nella chiesa parrocchiale di Bonavigo DIENNEFOTOAntonella Nassi con le sue tre bambine in piazza Brà a Verona
L’ingresso della bara della commessa 36enne nella chiesa parrocchiale di Bonavigo DIENNEFOTOAntonella Nassi con le sue tre bambine in piazza Brà a Verona

Tanto dolore e tante lacrime, ieri a Bonavigo, dove la comunità del piccolo centro della Bassa si è riunita per dare l’ultimo straziante saluto ad Antonella Nassi, la giovane mamma di 36 anni portata via sabato scorso da un male incurabile con cui lottava da qualche mese. Un dramma improvviso che ha lasciato sbigottito il paese e gettato nella disperazione la famiglia della donna, commessa in un supermercato di Cologna. A cominciare da suo marito Mario e dalle loro tre figlie, ancora in tenerà età, che dovranno ora crescere senza l’affetto e il sostegno dell’adorata mamma.

«Antonella era una donna splendida», hanno ricordato in molti davanti al sagrato in attesa dell’arrivo del feretro. Una persona solare, sempre sorridente, gentile, disponibile e cortese con tutti. Un affetto ricambiato da tutte le persone che le volevano bene e che, in una chiesa gremita, hanno voluto stringersi ieri con un grande abbraccio attorno al marito Mario, alle sue tre bambine, ai genitori Filomena e Rocco, alla sorella Francesca, al fratello Antonio e a tutti i parenti, alcuni dei quali hanno trasportato la bara a spalle in chiesa. Anche solo per una parola di conforto, sebbene il dolore fosse inconsolabile e l’incredulità tale da non riuscire a trovare un senso a questa tragedia. Antonella si prodigava per il prossimo e non esitava a dare una mano se ce n’era bisogno. Ma, soprattutto, adorava la sua famiglia che aveva formato a 26 anni quando si era sposata con Mario in Calabria e che era stata poi allietata dall’arrivo di tre figlie, Emilia, Grazia e Maria, rispettivamente di 10, 6 e 2 anni, che lei definiva «la mia ragione di vita».

Un’allegria ed una disponibilità ricordata anche dai colleghi di lavoro dell’«Iperfamila» di Cologna che, al termine della cerimonia funebre, hanno voluto ricordare non solo il suo amore per la famiglia, ma anche la sua forza nell’affrontare quella malattia che le aveva lasciato solo pochi mesi di vita. «Ci hai abbandonato troppo presto, il tuo è un vuoto incolmabile», hanno detto le colleghe dal pulpito. «Avevi un carattere forte e tenace e, nonostante il grande dolore, non hai mai voluto farlo pesare a chi ti stava vicino». «Le vicende della vita sono ruvide anche con le famiglie che non se lo meritano e facciamo fatica a capirle perché ne vediamo solo i graffi», ha esordito don Daniele Muraro, parroco di Bonavigo, confrontando la lettura della resurrezione di Lazzaro alla vita di Antonella. «Le nostre parole possono servire a lenire un po’ questo dolore». E le parole di conforto, in particolar modo, sono state rivolte alle figlie più grandi, Emilia e Grazia, le quali hanno assistito in disparte alla cerimonia, mentre la sorellina più piccola è rimasta a casa. «Siamo tanto tristi e dispiaciuti», hanno detto gli alunni della scuola primaria di San Vito di Legnago schierati al fianco delle loro compagne rimaste improvvisamente orfane. «La vostra mamma ora vi proteggerà da lassù e noi vi staremo vicini per rallegrarvi un po’ il cuore». «Avevi tante belle qualità e hai avuto una vita piena di amore», hanno aggiunto le insegnanti. «Continua a far sentire il tuo amore e proteggi la tua famiglia».Un amore che Emilia, Grazia e Maria continueranno a ricevere e che non le abbandonerà mai.

Laura Bronzato

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