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Muore a 20 mesi dallo schianto
Dade vola in cielo dai suoi amici

Davide Lanza morto a due anni di  distanza da un incidente stradale
Davide Lanza morto a due anni di distanza da un incidente stradale
Davide Lanza morto a due anni di  distanza da un incidente stradale
Davide Lanza morto a due anni di distanza da un incidente stradale

Dade ha raggiunto i butei per avere la rivincita a briscola. È morto sabato notte, nel reparto specializzato degli «Stati vegetativi permanenti» dell’ospedale di Cologna, Davide Lanza, 24 anni, giovane operaio di San Gregorio ricoverato a seguito di un incidente stradale avvenuto nell’ottobre di due anni fa. Davide, detto Dade, era molto legato ai quattro ragazzi scomparsi tragicamente a novembre del 2013, travolti in auto alla rotonda di Arcole. A loro aveva regalato un mazzo di carte il giorno del funerale di Enrico Boseggia, suo coetaneo, e di Nico Bottegal, annunciando: «Fatevi una partita finché ci aspettate, poi vogliamo la rivincita». Sabato si è spenta anche l’ultima flebile speranza di mamma Albertina, papà Giordano e dei fratelli maggiori Marilena e Michele di veder uscire il proprio caro dal profondo buio in cui era penetrato all'alba del 12 ottobre 2015.

Ragazzo con la testa sulle spalle, ancorché amante del divertimento e sempre pronto a «far cagnara» con gli amici, era uscito quella sera con un pulmino per recarsi in un locale. Al rientro, era stato scaricato in piazza a San Gregorio, dove aveva recuperato la sua auto per tornare a casa. Nel tragitto verso l’abitazione, probabilmente a causa di un colpo di sonno, ha perso il controllo del veicolo ed è uscito di strada, finendo in un vigneto. L’urto lo ha destato e il giovane ha provato ad uscire da solo dall’auto, ma è scivolato ed è caduto, battendo la testa. È stato subito soccorso dal padre, che da casa ha sentito la terribile botta, ma i danni cerebrali, purtroppo, si sono rivelati devastanti. Dopo un periodo di ricovero a Borgo Trento e un trasferimento a Negrar, è stato infine accolto nella struttura colognese, dove è rimasto fino al decesso.

Ieri sera, sono state decine le famiglie e numerosi i giovani che hanno partecipato alla veglia funebre, presieduta dal parroco don Matteo Zilio, nella chiesa parrocchiale di San Gregorio. Fra i tanti che hanno voluto manifestare la propria vicinanza e l’affetto ai genitori di Davide, c’era anche Cristina Ceolaro, mamma di Enrico. I due avevano militato nelle giovanili della Cavalponica, la squadra di calcio locale. Partecipavano anche al Torneo delle vie. «È un dolore che si rinnova», ha confidato la donna. «Ricordo quei ragazzini che correvano felici per i campi di calcio e che alzavano la coppa raggianti quando vincevano. Noi genitori non possiamo accettare di averli persi per sempre». Sconvolto il presidente dell’Aurora Cavalponica Stefano Bressan: «È una notizia che mi strazia il cuore», rivela. «Proprio un paio di giorni fa ho chiesto di lui ad alcuni amici. È sempre stato un bravo ragazzo e un giocatore diligente, non ha mai dato problemi. Sono vicino ai suoi cari in questo momento terribile».

Uno dei suoi migliori amici, Riccardo Vicentini, compagno di scherzi, battute e di «poca voglia di studiare», gli è stato vicino anche durante i mesi del calvario della sofferenza. «Mi stavo preparando mentalmente a doverlo salutare per sempre, ma ora sento forte il dolore del distacco. Non dimenticherò mai la sua allegria, le piccole stupidaggini combinate a scuola, la bocciatura di entrambi che ci ha unito ancora di più, il bel rapporto instaurato con alcuni professori della ragioneria di Lonigo. Porterò sempre il suo sorriso nel cuore». Anche Beatrice Masiero pone l'accento sul carattere gioviale di Dade. «Era solare, disponibile, un amico fantastico», dice. «In 10 anni di frequentazione, l'avrò visto arrabbiato due volte». Calogero Innuso, oggi in Germania per lavoro, ricorda con affetto l'amico. «È stato un fratello per me», riferisce «i ricordi belli e brutti che ho con lui me li porterò sempre dentro, per tutta la vita. Non potrò essere fisicamente presente all'ultimo saluto, ma con il cuore e la mente sarò lì, in prima fila. L'ultimo abbraccio gliel'ho già dato, ed è l'ultima immagine che ho di lui, prima dell'incidente: un abbraccio che custodirò per sempre dentro di me».

Don Enrico Bortolaso, ex parroco di Veronella, sarà presente al funerale, in programma oggi, alle 16, nella chiesa parrocchiale di San Gregorio. «Lo ricordo come un bravissimo ragazzo», sospira, «l'incidente di Arcole l'aveva sconvolto».

Paola Bosaro

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